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YACHT SEMPIO, LE INDAGINI

da | 20 Gen 2014 | NEWS

rapallo1Potrebbe esser stata una stufetta elettrica (ipotesi cortocircuito) o di una sigaretta accesa a innescare l’incendio che sabato pomeriggio ha fatto affondare tre megayacht ormeggiati, uno a fianco all’altro, nel porticciolo turistico di Rapallo. Le fiamme sarebbero partite dall’imbarcazione Samura di proprietà del patron di riso Curti Francesco Sempio, a bordo della quale si trovava spesso un marinaio e si sono propagate al Kikka, 24 metri in vetroresina e al Delfino 4 di proprietà di Antonio Ligresti. I carabinieri e la Capitaneria di Santa Margherita Ligure che conducono le indagini sull’incendio nel porto Carlo Riva non si sbilanciano anche perchè ricostruire le cause non sarà facile, men che meno stabilire se vi sia stato dolo. Gli scafi, infatti, completamente distrutti dalle fiamme, sono affondati. «Abbiamo già contattato una ditta specializzata per recuperare i relitti con una chiatta – spiega l’amministratore delegato del porticciolo, Andrea Dall’Asta al Corriere della Sera – e abbiamo circoscritto lo specchio d’acqua con delle panne per evitare che gli idrocarburi si disperdano. Un’imbarcazione speciale, il Pellicano, assorbirà il gasolio in superficie. Sono operazioni costose, per noi è un grosso danno». Dal Samura le fiamme si sono rapidamente estese al Delfino IV di Antonino Ligresti (fratello di Salvatore) e al Kikka. «Il Delfino – dice Ligresti – è stato costruito quarantacinque anni fa, in legno. Ho navigato con quello yacht, ricordo una traversata in Corsica, ma ho settantacinque anni e non vado per mare da molto tempo. Il Delfino era fermo da parecchio e da due anni era ancorato in acqua a Rapallo ed era in vendita. Ho parlato con i responsabili del porto ma su cosa abbia provocato l’incendio non si hanno per ora notizie». A bordo del Samura si trovava un marinaio, Roberto Siri, che non ha potuto far altro che mettersi in salvo. È stato ascoltato ieri dalla Capitaneria e dai carabinieri. Non è chiaro se sul Samura o sugli altri yacht fossero presenti altre persone – che poi si sono allontanate – al momento dello scoppio dell’incendio. Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo, sul caso, anche se non è stato ancora individuato un possibile reato. Già ieri mattina un sommozzatore incaricato dalla direzione del porto si è immerso per cercare di studiare più da vicino il relitto dello yacht da cui si sono sprigionate le fiamme: il Samura, un Baglietto di 18 metri di proprietà di Francesco Sempio, imprenditore della Riso Curti. L’acqua però era torbida, a causa dei detriti portati in mare dal torrente in piena. Così le operazioni sono state rinviate. Roberto Siri, il marinaio che si trovava a bordo del Samura e che l’altro pomeriggio ha dato l’allarme, è stato ascoltato dagli investigatori e non ha riferito di alcuna minaccia o di dissapori personali, nulla che lasci intravedere l’ombra di una ritorsione o di un avvertimento. Gli uomini della capitaneria hanno sentito anche il proprietario del Samura, Francesco Sempio, che nelle prossime ore potrebbe essere nuovamente ascoltato dagli investigatori. (20.01.14)

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