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VERSO UNA PAC VERDE

da | 24 Ott 2020 | Non solo riso

Giovane agricoltore in campo

All’orizzonte una PAC più verde: cosa cambierà per l’agricoltura europea e per le nostre aziende? Le nuove regole entreranno in vigore, dopo due anni di transizione, il primo gennaio 2023.

Alle ore 4:00 del mattino di mercoledì 21 ottobre, dopo due giorni di negoziati, il Consiglio ha approvato gli orientamenti generali sul pacchetto di riforme della politica agricola comune (PAC) post-2020, risultato del lavoro svolto negli ultimi due anni, sotto cinque presidenze.

Cosa prevede la riforma della PAC

Sarà una Politica Agricola Comune rinnovata, in cui almeno il 30% dei futuri aiuti allo sviluppo rurale sarà destinato a misure agroambientali e almeno il 20% della dotazione nazionale degli aiuti diretti dovrà essere dedicata a incentivi per pratiche agronomiche verdi.

La riforma della PAC prevede infatti che sarà concessa maggiore flessibilità agli Stati membri nella definizione delle regole e degli stanziamenti attraverso piani strategici nazionali, ma vigerà l’obbligo di dimostrare una maggiore ambizione ambientale.

L’intesa sui regolamenti propone, in questo senso, alcuni forti impegni da parte degli Stati membri quali i nuovi eco-schemi obbligatori e una maggiore condizionalità.

Ci sarà una fase pilota di transizione di due anni che consentirà agli Stati Membri di familiarizzare con i nuovi strumenti ed ogni Stato membro sarà tenuto a presentare un Piano strategico nazionale per la definizione e l’attuazione di tutti gli interventi, a seguito di un’analisi dei fabbisogni. Le Regioni, attraverso le proprie Autorità di Gestione, potranno continuare ad attuare gli interventi inerenti lo sviluppo rurale. Le modalità di allocazione dei fondi nell’ambito di diverse pratiche ambientali saranno prerogativa di ciascuno Stato. Inoltre, entrerà in vigore il cosiddetto nuovo modello di erogazione (New delivery model) con l’intento di favorire le prestazioni rispetto alla conformità, consentendo ai paesi di scegliere strumenti ed azioni anche tenendo conto delle specificità nazionali, per il raggiungimento degli obiettivi dell’UE.

Cosa cambia per gli agricoltori con una PAC verde?

Il sostegno finanziario sarà proporzionato dalla scelta di adottare pratiche benefiche a livello ambientale ma, per la prima volta, i fondi saranno assegnati in base ai risultati raggiunti anziché al solo rispetto delle norme di conformità. Gli agricoltori che ottempereranno ai requisiti ambientali di base otterranno un sostegno finanziario aggiuntivo attraverso i cosiddetti schemi ecologici: questi nuovi strumenti saranno collegati a un bilancio dedicato, costituente parte del bilancio dei pagamenti diretti, e comprenderanno pratiche come agricoltura di precisione, agroforestale e agricoltura biologica.

È prevista una contestuale riduzione degli oneri amministrativi e controlli semplificati per venire incontro ai piccoli agricoltori. Sarà poi dedicata ai giovani agricoltori che potranno beneficiare di un contributo fino a €100.000 per iniziare l’attività.

Il ministro tedesco Julia Kloeckner ha comunicato: «Abbiamo assicurato un buon equilibrio tra sostenibilità e sicurezza alimentare» mentre  il commissario Ue all’agricoltura Janusz Wojciechowski osserva che «Le conclusioni del Consiglio sono un buon punto di partenza per il negoziato con la Commissione e l’Europarlamento».

Le nuove direttive del Consiglio sono una svolta storica, afferma il ministro Bellanova, che aggiunge: «Siamo anche molto soddisfatti dei compromessi raggiunti in merito alle nostre produzioni bandiera».

Il Mipaaf valuta positivamente l’attenzione che viene dedicata ai giovani agricoltori, che potranno beneficiare di un contributo fino a 100mila euro per iniziare l’attività, e ai piccoli agricoltori, per i quali è prevista maggiore semplificazione e l’esonero da eventuali tagli dei pagamenti diretti. Accolta anche la richiesta italiana relativa alla possibilità di destinare una percentuale dei pagamenti alla costituzione di un fondo assicurativo.

L’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia Fabio Rolfi vede le scelte della Commissione come «Un passo importante, arrivato purtroppo in ritardo, ma che era atteso da tempo da tutto il settore. Ora rimangono alcuni nodi da sciogliere nel breve periodo: primo fra tutti quello relativo all’entità dei fondi messi a disposizione per il periodo di transizione 2020-2021 in modo tale da poter garantire misure di sostegno in attesa che nel 2022 entri in esercizio la prossima PAC. È fondamentale ora mettere in sicurezza anche in Italia il ruolo delle Regioni come soggetti che partecipano da protagonisti alla costruzione del nuovo piano strategico nazionale e fondamentale sarà poi che lo Stato definisca una modalità italiana di attuazione del Green deal, inserendo nelle misure agroambientali anche investimenti sull’innovazione».

Cosa ne pensano le Associazioni di categoria della PAC verde?

Le novità sul tema PAC sono state accolte in maniera positiva anche dalle Associazioni di categoria:

il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti commenta: «Una decisione positiva, nell’ottica della flessibilità nell’applicazione del nuovo modello di gestione della PAC. Tuttavia, la strada verso l’intesa finale è ancora lunga ed incerta: in attesa dei prossimi passaggi in ambito europeo è importante accelerare i tempi per la redazione del Piano strategico nazionale che sarà alla base della nuova PAC».

Coldiretti auspica che la nuova PAC potrà essere forte, semplice ed efficace, in grado di garantire la competitività delle imprese agricole italiane, salvaguardando la sicurezza e la sovranità alimentare, soprattutto nel presente periodo storico, che ha messo in luce il valore strategico della filiera del cibo.

Il delegato Confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo dichiara: «Gli obiettivi della nuova PAC potranno essere raggiunti solo garantendo un budget adeguato a sostegno dei nostri imprenditori. Serve una PAC forte, semplice ed efficace e con risorse adeguate».

Secondo CIA gli accordi raggiunti rappresentano, in piena crisi pandemica, un grande risultato politico a salvaguardia del settore agricolo e agroalimentare Ue ed è ora necessario adeguare la Pac ai continui cambiamenti economici e sociali, con il coraggio di intraprendere strategie a supporto concreto della transizione verde. Il New delivery model, se correttamente applicato, potrà accrescere l’efficacia e favorire la semplificazione della Pac stessa e resta fondamentale favorire l’innovazione e potenziare gli interventi legati al territorio, dando priorità alle aree interne.

Il Consiglio ha ora il mandato politico per l’avvio dei negoziati con il Parlamento europeo e, quando anche il colegislatore avrà approvato la sua posizione interna, si raggiungerà un accordo globale. L’Europarlamento ha contestualmente proposto di aumentare le risorse per le emergenze e le crisi, rispetto alla proposta della Commissione, con una “riserva” che parte da 400 milioni e potrebbe essere accumulata negli anni fino ad arrivare fino a 1,5 miliardi. Secondo gli eurodeputati i budget nazionali dei pagamenti diretti dovrebbero essere riservati per il 60% al sostegno al reddito, e un 6% dovrebbe essere mirato alle aziende piccole e medie, aumentando anche le risorse per le emergenze e le crisi rispetto alla proposta della Commissione, con una “riserva” che parte da 400 milioni e potrebbe essere accumulata negli anni fino ad arrivare fino a 1,5 miliardi. Autore: Milena Zarbà

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