Si continua a vendere poco riso ma i prezzi crollano in una delle tre sedi di contrattazioni aperte. Il listino emesso da Novara è invariato, così come quello di Milano. A Vercelli si verifica il primo vero crollo delle quotazioni. Scendono di 5 €/q Sole (min 649 €/t, max 673 €/t), il gruppo Roma (min 658 €/t, max 673 €/t), il gruppo Baldo (min 610 €/t, max 625 €/t), il gruppo S. Andrea (min 625 €/t, max 673 €/t), e i lunghi B (min 510 €/t, max 529 €/t). – 4 €/q per Carnaroli e similari (min 961 €/t, max 1011 €/t) e – 3 €/q per il gruppo Arborio (min 713 €/t, max 741 €/t).
CROLLANO I PREZZI MA SI VENDE POCO
Un vero tracollo nella principale provincia risicola piemontese, dunque, nonostante gli operatori ci riferiscano un numero di contrattazioni minimo. Le nuove quotazioni, però, sono riportate a bollettino addirittura senza la dicitura nominale, mantenuta solo per i lunghi A generici (rimasti invariati come Selenio).
È ormai qualche seduta che la domanda continua a dimostrarsi poco interessata all’acquisto. Venerdì (leggi l’articolo sul mercato di Mortara) sembrava che l’offerta si fosse adeguata a questo atteggiamento, portando il listino ad uno stallo. In questo inizio di settimana la tendenza sembrava consolidarsi, sia sui listini di Novara e Milano, sia secondo quanto riferito dagli operatori. Il listino di Vercelli ci suggerisce uno scenario diverso.
LISTINO DI VERCELLI DI DIFFICILE COMPRENSIONE
I prezzi riportati erano la proposta delle industrie già nelle precedenti sedute. Proposta fino ad oggi non assecondata dai risicoltori. Tuttavia, se il listino propone queste variazioni ed è tolta la dicitura nominale, significa che le vendite chiuse a quelle cifre sono significative. La commissione prezzi, essendo composta da esponenti di tutte le parti, se sceglie di riportare un prezzo significa che esso è rappresentativo di un numero rilevante di trattative (con pagamenti a 60 giorni). Una dinamica che abbiamo imparato a conoscere nei periodi di crescita, utilizzata per motivare le discrepanze tra listino e prezzi pagati. Una variazione comporta che diversi risicoltori si sono spaventati del cambiamento radicale della domanda ed hanno venduto più risone accettando i prezzi attuali.
Farsi prendere dal panico e precipitarsi alla vendita, tuttavia, rimane la scelta sbagliata, considerando la quantità di risone disponibile in relazione al momento dell’anno in cui siamo (mancano 3 mesi al nuovo raccolto, che sarà probabilmente deficitario) e le difficoltà nel commercio internazionale. Un ulteriore aumento nello squilibrio tra domanda e offerta, inoltre, porterebbe ad un calo ancora maggiore sui listini. Ribadiamo, però, che gli operatori riferiscono di un mercato ancora molto piatto, con pochissimi scambi, molte riserie completamente disinteressate all’acquisto e poca merce disponibile. Essi definiscono le riduzioni attese, essendo prezzi già pagati da alcune settimane (anche se in precedenza non era stato comunicato) e parlano di un momento di riflessione delle riserie, che hanno acquistato in precedenza (quindi a prezzi pari o maggiori degli attuali) ed hanno i magazzini pieni.
PAROLA AI MEDIATORI: VERCELLI
Come spiegato però, questa analisi non appare perfettamente in linea con quanto comunicato dal listino di Vercelli ma in nostro aiuto accorrono le parole di Andrea Lazar, mediatrice vercellese. «Un -5 €/q su quasi tutto il listino che però si rifà a poche contrattazioni concluse. Una situazione, dunque, da valutare nelle prossime settimane, per capire se si tratta di una realtà consolidata o di un fermo temporaneo dal lato della domanda. In sostanza, i prezzi proposti sono quelli che i compratori sarebbero disposti a pagare e che sono stati pagati nelle poche compravendite concluse. Anche i tipo Ribe avrebbero riportato la stessa variazione al ribasso ma le vendite sono state nulle. Credo che la scelta di togliere la dicitura nominale sulle altre voci, però, sia stata un po’ avventata, essendo pochissime le contrattazioni concluse anche negli altri gruppi merceologici. Venerdì si sono concluse poche vendite, lunedì pure e oggi la situazione non è cambiata molto ma il lisino emesso a Vercelli sembra dire il contrario. I prezzi sono reali, dal momento che le riserie non sono disposte ad andare oltre, ma non mi aspettavo un bollettino di questo tipo.»
PAROLA AI MEDIATORI: NOVARA
«Gli scambi sono pochissimi. I cali sul listino di Vercelli erano prevedibili – afferma Adelio Grassi, mediatore novarese -. L’equilibrio tra domanda e offerta si è ribaltato nelle ultime sedute e le riserie non sembrano interessate all’acquisto. Il riso ai livelli precedenti era invendibile, per questo si è deciso di portare il listino a prezzi fattibili e probabilmente registrati in qualche raro caso. La merce disponibile, tuttavia, è sempre poca e permangono le difficoltà nel commercio estero. Per questi motivi i prezzi potrebbero tornare ai livelli precedenti quando le riserie avranno di nuovo bisogno di risone, un momento che oggi però non si riesce a prevedere. Vedremo se i risicoltori riusciranno ad attendere o se, spaventati in seguito a questo brusco calo, si precipiteranno sul mercato per vendere causando ulteriori deprezzamenti. Mi auguro che ciò non accada ma lo scopriremo prossimamente». Autore Ezio Bosso.