Domanda e offerta sembrano avvicinarsi sempre più ad un equilibrio nelle sale di contrattazione, sulla falsa riga di quanto accaduto la scorsa settimana (leggi), ma non mancano nuovi e sorprendenti cali nelle quotazioni a listino.
SORPRENDE VERCELLI
La seduta di lunedì a Novara propone un documento privo di vere novità. Le variazione sono tutte allineamenti a quotazioni già viste nelle precedenti sedute. Anche la borsa di Milano propone numeri sostanzialmente invariati. Vengono modificati solo i minimi di Carnaroli e similari, riferiti a quest’ultimi, e i minimi dei tondi generici, forse in riferimento alla quotazione di Terra. Entrambe le valutazioni sono, in ogni caso, in linea con numeri già vesti nelle precedenti sedute.
A proporre prezzi inediti e, per certi versi, inattesi è il bollettino emesso dalla commissione prezzi di Vercelli. In primis Omega è portato a 60 €/q lordi, prezzo già di riferimento per Terra. Questo dimostra un interesse inferiore dell’industria anche rispetto a varietà poco adatte alla cucina orientale come Sole, che rimane a 65 €/q lordi. Sempre tra i tondi, stabili a 70 €/q lordi le voci “da sushi”, Selenio e Centauro. Stessa valutazione per i lunghi A generici, che riscontrano un buon interesse dell’industria a questa cifra. Possibile anche ottenere i 75 €/q lordi a listino per le varietà più pregiate ma sembra difficile raggiungere gli 80 €/q lordi segnalati alla voce Loto. Nelle altre sedi infatti la sua valutazione è, già dalle sedute precedenti, 75 €/q lordi.
RIBASSI PER IL GRUPPO ARBORIO
Passando al mercato interno si incontrano le valutazione impreviste. In particolare il forte calo del gruppo Arborio, ora a 105 €/q lordi con una variazione di -5 €/q, è del tutto inatteso. Per questo gruppo merceologico, infatti, i 110 €/q lordi non erano mai stati messi in discussione, neanche nei momenti di massima distanza della domanda. Gli operatori, inoltre, comunicano che per tale comparto l’industria è ancora disponibile ad offrire 110 €/q. Risulta, dunque, sorprendente questa variazione, per giunta proposta unicamente su questa piazza. Iter opposto per il calo del gruppo Roma, essendo già stata registrato nelle altre sedi e sapendo che 85 €/q lordi sono in questo momento la proposta consueta dei compratori. Nessun ribasso per i gruppi Carnaroli e S. Andrea, nonostante la loro valutazione sia inferiore già dalla scorsa settimana nelle altre sedi e sembri difficile ottenere i massimi proposti dal bollettino di Vercelli.
I LUNGHI B COMPETONO CON CRESCITA IMPORT
In questa sede piccolo passo indietro anche per i lunghi B, ora a 48 €/q lordi. Tale cifra, inoltre, non è ottenibile con tutte le varietà del comparto. PVL 136-IT e alcuni risi ibridi, infatti, continuano ad essere poco apprezzati dall’industria, che cerca di comprarli a non più di 45 €/q lordi. Per i risi “indica” a pesare in primis sono le importazioni. I dati forniti da Ente Risi a riguardo, infatti, risultano molto negativi per il mercato italiano. Le importazioni di riso lavorato (ossia la grande maggioranza, calcolando che a livello europeo rappresentano il 98,6% del totale importato) nel nostro Paese sono cresciute del 22% in questa campagna rispetto alla scorsa. L’incremento, inoltre, è decisamente maggiore se ci riferiamo solo a Cambogia e Myanmar, come proposto nella seguente tabella.
Questi numeri fanno capire l’importanza che ha avuto il dazio negli ultimi anni e i rischi a cui andiamo incontro in futuro, soprattutto per il mercato dei lunghi B. Segnaliamo, infine, un altro dato negativo per il riso italiano, ovvero l’importante calo nelle esportazioni, vicino al -30%. Autore: Ezio Bosso.
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