In quasi 1000 a “Riso, futuro, verità” a Vercelli davanti e dentro il Teatro Civico, in via Monte di Pietà 15, dove i presidenti, i direttori di tutte le Federazioni provinciali con il presidente regionale di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo, e il Delegato Confederale, Bruno Rivarossa, insieme ai risicoltori, agli imprenditori agricoli e alle istituzioni da tutto il Piemonte si sono uniti nella patria della risicoltura italiana per difendere, alla vigilia del Consiglio dei Ministri Ue dell’Agricoltura, il comparto su cui, sempre di più, pesano le importazioni incontrollate da Cambogia e Myanmar. Presente una numerosa delegazione di risicoltori della provincia di Pavia con il presidente ed il direttore della Coldiretti pavese Stefano Greppi e Rodolfo Mazzucotelli. In un tripudio di bandiere gialle, è stata l’occasione per lanciare, per la prima volta in Piemonte, il trailer del documentario “Rice to love”, realizzato da Coldiretti Piemonte con il giornalista Stefano Rogliatti, che denuncia la realtà dei Paesi che fanno concorrenza sleale al riso italiano e per fare una panoramica sul comparto a livello regionale con l’Assessore all’agricoltura Giorgio Ferrero.
«Fermare immediatamente le agevolazioni concesse sulle esportazioni di riso in Europa alla Cambogia e alla Birmania per le violazioni dei diritti umani ed addirittura l’accusa di genocidio intenzionale per i crimini commessi contro la minoranza musulmana dei Rohingya e non solo – ha affermato il presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo Paolo Dellarole -. Nell’ultimo anno, sono arrivati 22,5 milioni di chili di riso nonostante l’Italia sia, in Europa, il primo produttore con 1,50 milioni di tonnellate pari a circa il 50% dell’intera produzione continentale. Il Piemonte rimane – ha ribadito Dellarole – la regione italiana con i numeri maggiori a livello produttivo con 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende e questa situazione già da troppo tempo compromette il futuro di numerosi imprenditori risicoli».
«Nonostante le accuse, Cambogia e Birmania godono tuttora – hanno sottolineato Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – da parte dell’Unione Europea del sistema tariffario agevolato a dazio zero per i Paesi che operano in regime EBA (tutto tranne le armi). Il risultato è che il regime preferenziale di scambi ha consentito ai due Paesi di far crescere vertiginosamente le esportazioni di riso verso l’Ue (da circa 9mila tonnellate del 2012 a 360mila nel 2017)».
Ora la Commissione Europea ha riconosciuto il danno economico dovuto ai volumi di importazioni di riso e le violazioni dei diritti umani che giustificano l’attivazione della clausola di salvaguardia e lo stop alle agevolazioni a dazio. La decisione finale dovrà, però, essere presa nei prossimi giorni a Bruxelles dove, lunedì 19 novembre, si terrà il Consiglio Agricoltura dell’UE al quale parteciperà il Ministro italiano Gian Marco Centinaio per il possibile voto il 5 dicembre da parte del comitato tecnico “Sistema di preferenze generalizzato” sulla proposta della Commissione di applicazione dei dazi. «Non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire con le importazioni la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generale», concludono Moncalvo e Rivarossa.
Il presidente di Coldiretti Piemonte guiderà la delegazione delle organizzazioni di agricoltori di Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia nella capitale belga nel sottolineare, a Ministri e parlamentari europei che: «E’ invece necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore a sostegno di un vero commercio equo e solidale». (Fonte: Coldiretti)