Pochi scambi sul mercato secondo quanto riferiscono gli operatori e listini che rimangono pressoché immobili in tutte le sale di contrattazione. La grande maggioranza delle variazioni sono ridotte rispetto al recente passato, fatto di + o – 5 €/q in una singola settimana, e sono frutto di allineamenti con quanto registrato di recente (leggi l’ultima analisi).
GLI SCAMBI NON RIPRENDONO
Domanda e offerta sembrano essere in maggiore equilibrio nelle ultime sedute, come detto, ma questo si basa sul poco interesse allo scambio di entrambe le parti. Nonostante i recenti diffusi deprezzamenti, le riserie non sembrano tornate all’acquisto come ci si aspettava. I risicoltori, a loro volta, dimostrano poca voglia di vendere dopo i cali. La mancata ripresa può essere dovuta al persistere delle difficoltà sui mercati esteri nel collocare la nostra merce lavorata, in seguito ai prezzi raggiunti dal risone.
Tale motivazione, tuttavia, non giustifica i cali occorsi anche per i risi da interno, gli unici a mostrare una variazione negativa importante anche in questo inizio di settimana. Questi sono forse dovuti ad una contrazione nei consumi al dettaglio. A Vercelli Arborio scende di altri 5€/q, raggiungendo i 100€/q lordi. Tale cifra pare il riferimento per la maggioranza delle partite con rese attorno al 55%, ossia la quasi totalità del risone disponibile in questo comparto, che rimane molto richiesto dall’industria. Rese ottimali riescono ancora ad ottenere valutazioni maggiori, anche se i 110€/q lordi ancora a listino a Novara e Milano paiono irrealizzabili attualmente.
VERCELLI DISALLINEATA
Tra le varie sedi vi sono altre tre discrepanze, sempre tra i lunghi A. In tutti i casi è di nuovo Vercelli a mostrare valori diversi ma, a differenza della voce Arborio, maggiori rispetto alle altre borse. È il caso del gruppo Carnaroli, del gruppo S. Andrea e della voce Loto. Per il re dei risotti i 130 €/q lordi oggi non sono offerti da nessun compratore. I pochi affari conclusi, inoltre, sono relativi a partite di Caravaggio, che con rese ottimali si vende a 120 €/q lordi, e altri similari la cui valutazione reale pare essere 110 €/q lordi.
Per il gruppo S. Andrea i rari scambi conclusi si attestano a 85 €/q lordi, prezzo maggiormente vicino alle quotazioni di Milano e Novara. Il mancato allineamento di Vercelli è probabilmente dovuto alla quasi totale assenza di contrattazioni per questa voce, così come per Loto. I risi che si riferiscono a questa voce sembrano infatti impossibili da vendere agli 80 €/q lordi proposti da Vercelli. Stabili a 85 €/q lordi su tutti i listini Baldo e Roma, gruppi merceologici sempre molto cercati dalle riserie.
In generale per tutti i lunghi A, soprattutto quelli da interno, alla luce delle disponibilità ridotte, è condivisibile la scelta della maggioranza dei risicoltori di preservare la merce. Da qui a fine campagna, infatti, non sono da escludere ulteriori apprezzamenti nonostante le attuali apparenti difficoltà di collocamento.
OMEGA E LUNGHI B RICHIESTI DALL’INDUSTRIA
Tale prospettiva sembra aprirsi anche per i tondi, in virtù di un probabile calo importante nell’investimento per la prossima campagna. Il trasferibile rimane tanto ma, come sappiamo, non coincide esattamente con il disponibile e molto riso tondo è soggetto a contratti di coltivazione con scadenze anche lunghe. I prezzi di riferimento sono 60 €/q lordi per Omega, Sole e Terra, 70 €/q lordi per Selenio e Centauro. Queste cifre sembrano aver mosso l’interesse dell’industria, soprattutto per Omega.
Interesse in crescita anche per i lunghi B, dopo il consolidamento della valutazione a 48 €/q lordi per quasi tutte le varietà del gruppo. Si continuano a registrare alcune difficoltà in più per PVL 136-IT e i risi ibridi, pagati stabilmente 45 €/q lordi. Autore: Ezio Bosso.
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