Ci risiamo. Prima pagina del Corriere Economia. Valentina Scotti sorride e racconta come cresce bene l’industria di famiglia. Il fatturato cresce «sull’onda di un andamento favorevole della materia prima»… I risicoltori ringraziano. Come ringraziavano qualche mese fa Carlo Preve, ad della Riso Gallo, il quale raccontava sempre al Corriere Economia di aver fatto degli ottimi margini in un periodo in cui gli agricoltori tiravano (e tirano) la cinghia. Ci sarebbe abbastanza per voltare pagina, e invece no. Perché l’intervista a Valentina Scotti dice tante altre cose interessanti. Ad esempio che il gruppo Scotti è controllato al 40% da Ebro Food: si sapeva che gli spagnoli avevano acquisito il 25% con la possibilità di ampliare la partecipazione al 40, un’evoluzione su cui il brand risiero non ha diffuso una comunicazione ufficiale, preferendo glissare. In ogni caso, correggiamo noi per loro, Antonio Hernandez non controlla il 40% del gruppo ma di Riso Scotti Spa.
Torniamo al volto nuovo della Scotti. Il giornale ci fa sapere che «non è mai un processo facile l’affiancamento della nuova generazione imprenditoriale in un’azienda familiare» e poi ci ricama sopra, con l’aiuto dell’intervistata, la quale ammette che «con mio padre ci sono stati momenti difficili. Appena entri in azienda, sei piena di energie: vuoi dire, vuoi fare e non hai ancora ruolo. Io sono un carattere esuberante, per cui erano scontri continui». Difficile, ed anche inopportuno, saperne di più. Sicuramente, uno dei punti su cui Dario Scotti non è convintissimo è il lancio di So’riso, la linea di ristoranti brandizzati che invece assorbe molto la figliola e la di lei sorella, Francesca. «Abbiamo cercato di toglierci il cappello dell’industria e calarci nel retail» spiega Valentina al Corriere, sottolineando che il gruppo crede molto anche nella distribuzione di prodotti biologici a chilometro zero (anche se il giornale dedica il titolo all’esportazione di risotti in Cina) e dimostrando che le giovani generazioni di risieri sono combattive, quanto e più dei padri.
Tant’è vero che il giornale milanese dedica un secondo articolo proprio all’industria risiera di domani e rivela che – altro tasto dolente per il mondo agricolo – la domanda è in crescita: «L’abilità è capire lo scarto, la qualità, la domanda: in crescita in Italia, con la mania del sushi e del temuto Basmati d’importazione. Più 25% il consumo di riso in cinque anni contro il +8% dell’Ue, calcola l’Airi (e -7% l’area coltivata dal 2011 al 2017, però, nota l’Ente Risi)» scrive il giornale. Che poi racconta come avviene il passaggio generazionale, che è «necessario e per nulla scontato». E fa un lungo elenco, con qualche commentino interessante: «Valentina Scotti, 34 anni, figlia di Dario, è un esempio (e donna, rarità nell’ambiente). Ma ci sono anche i figli di Mario Preve della Riso Gallo: oltre a Carlo, 47 anni, amministratore delegato, Eugenio, 37 anni, presidente; Emanuele, 44 , delegato per l’estero; e Riccardo, 43, direttore generale. C’è poi Bruno Sempio, 45 anni, figlio di Francesco e presidente (nonché socio) di Euricom Curti da qualche anno: transizione preparata con anticipo. In tutti questi casi il padre non si è fatto da parte, anzi, ma la via è tracciata. E se nel consiglio Airi siedono Giovanni Vignola, 52 anni, e Marco Invernizzi 54, ci sono anche Riccardo Preve e Valentina Scotti, tesoriere Stefano Martinotti (41 anni)».