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«UN’OCM RISO ANCHE PER LA BIODIVERSITÀ»

da | 30 Lug 2020 | NEWS

Strada del riso

Ferve il dibattito sulla nuova “Strategia UE per la biodiversità”, presentata dalla Commissione Europea il 20 maggio scorso, che mira a ripristinare il patrimonio biologico europeo entro il 2030, puntando in particolar modo sulla riduzione dell’uso di fitofarmaci e sull’incremento delle superfici coltivate a biologico e delle Aree Natura 2000 (ZPS e SIC).  CIA Piemonte, tramite Manrico Brustia, presidente di Cia Novara, Vercelli e VCO, nonché referente regionale per il settore riso, fa il punto con noi su luci ed ombre della strategia europea e sulle sue possibili ripercussioni sul settore risiero: «Gli obiettivi della strategia sulla biodiversità sono molto ambiziosi e porteranno ad una trasformazione del sistema agro-alimentare europeo. L’intento è sicuramente condivisibile ma è necessario costruire un percorso che accompagni le aziende agricole verso i nuovi obiettivi senza stravolgere il sistema agricolo attuale. Bisognerà investire in ricerca ed innovazione tecnologica e utilizzare le potenzialità delle biotecnologie nei vari processi produttivi di tutta la filiera. Il sistema agricolo italiano negli ultimi decenni ha ridotto di molto l’utilizzo di fitofarmaci e concimi chimici ed è, dal punto di vista ambientale, uno dei più sostenibili del mondo. Inoltre nell’ultimo decennio è già aumentata in maniera significativa la superficie dedicata a coltivazioni biologiche. Aumentare la superficie delle aree natura 2000 e delle aree protette mantenendo al contempo la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari è una grande sfida, non solo per l’agricoltura. Oltre all’innovazione tecnologica che dovrà consentire di mantenere i volumi produttivi con minor superficie coltivata e con minor utilizzo di fitofarmaci e concimi, occorre prevedere nella PAC misure e strumenti che rendano economicamente sostenibile la transizione. Il piano strategico nazionale e le misure regionali che dovranno implementare i programmi europei dovranno essere sufficientemente semplici per non sovraccaricare di ulteriore burocrazia le aziende agricole». Secondo Brustia, «il settore risicolo è un unicum in termini di biodiversità ed utilizzo dell’acqua e dovrà avere strumenti e risorse specifiche e mirate per farlo crescere, dagli aiuti accoppiati alla definizione di una OCM dedicata. Non si può pensare di stravolgere un sistema produttivo, di per se già rispettoso dell’ambiente, nell’arco di dieci anni, chiedendo allo stesso tempo di rimanere produttivo e competitivo in un contesto globale. Se l’Europa vorrà avere successo in questa “rivoluzione verde”, dovrà anche garantire la reciprocità delle regole negli scambi commerciali, nell’interesse dei produttori e soprattutto dei consumatori, altrimenti il rischio è di minare la competitività e la sostenibilità economica dell’intero settore con grave danno per l’intero paese».

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