Il convegno “Quale Pac per quale riso” promosso venerdì scorso dal Banco BPM e da Risoitaliano.eu ha fatto emergere le paure e le idee delle confederazioni su molti temi caldi. Il primo a parlare è stato Manrico Brustia, Presidente di Cia Novara-Vercelli-Vco, il quale ha ricordato l’importanza della Pac nelle aziende risicole, soggette a prezzi molto volatili, che necessitano di questo strumento finanziario per avere garanzie sul reddito. In seguito ha aggiunto: «Da ciò che abbiamo appena sentito, sembra emergere che ci saranno dei tagli, principalmente al titolo storico. Noi dobbiamo cercare di contenerli il più possibile, affidandoci a misure alternative, ad esempio sostenendo l’accoppiato alla coltivazione del riso o pensando alla possibilità, a mio parere molto interessante, di creare un’Ocm riso. Altro punto su cui lavorare saranno le misure agroambientali, che devo diventare più fattibili. Dobbiamo puntare ad una Pac più idonea agli Stati mediterranei, poiché la risicoltura fornisce un valore aggiunto per tutti, soprattutto grazie al governo delle acque, ed è giusto che venga riconosciuto finanziariamente». Di seguito, Giovanni Daghetta, Presidente di Cia Lombardia, ha spiegato perchè il suo sindacato vede nell’Ocm Riso una possibile crescita del settore: «L’Ente Risi potrebbe avere quel ruolo di controllo necessario per l’instaurazione di questa Organizzazione, che si è dimostrata molto vantaggiosa già in altri settori, come vino e ortofrutta. I risicoltori riacquisterebbero potere di mercato e non sarebbero più vincolati alla speranza di ottenere un finanziamento. Altra problematica per questo settore sono state le misure Psr, che sono state redatte in modo superficiale e lontano dalle vere necessità agricole delle varie regioni. Noi lombardi abbiamo fatto un po’ meglio di voi piemontesi ma dobbiamo continuare a crescere».
Psr doloroso in Piemonte
A sua volta, Sara Baudo, Presidente di Coldiretti Novara-Vco, si è soffermata sul problema delle autorizzazioni dei principi attivi, sostenendo che si tratta di una problematica che colpisce molti agricoltori, compresi i risicoltori, che vedono prodotti utili al loro lavoro banditi per motivazioni che si discostano da quelle scientifiche. Paolo Dellarole, Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella e rappresentante del settore riso ha ripreso invece il tema del Psr piemontese, ribadendo la mancata considerazione della risicoltura da parte della Regione, e ha posto l’accento sulla necessità di ricordare all’Europa il ruolo fondamentale che ha la risicoltura dal punto di vista ambientale: «Deve essere riconosciuto differenziando i finanziamenti – ha sottolineato-. Se fosse necessario, accoglieremmo volentieri un funzionario dell’Ue nei nostri territori, per dimostrare la veridicità di quanto sto dicendo, come abbiamo già fatto in passato ottenendo gli ottimi risultati riportati da Magaraggia durante l’esposizione. Altro punto focale, a mio parere, deve essere l’uniformità delle misure per i Paesi Ue in ogni coltivazione, perché ho trovato assurdo che nazioni come la Spagna non siano soggette agli stessi controlli dei prodotti italiani».
«Grazie Banco Bpm»
Paola Battioli, Presidente di Confagricoltura Novara-Vco, ha confermato le difficoltà: «Siamo costretti a fare una programmazione sostenuta da una lama di rasoio, per questo, ringraziando il Banco per l’organizzazione di questo convegno, voglio chiedergli supporto e vicinanza ai risicoltori in futuro. Parlando di noi, penso che abbiamo effettuato una pessima comunicazione del nostro lavoro nel corso degli anni, forse perché troppo divisi. Dobbiamo fare fronte comune e portare avanti i nostri interessi». Giovanni Perinotti, Presidente di Confagricoltura Vercelli-Biella e responsabile della federazione riso di Confagricoltura, ha voluto “sgridare” i risicoltori per la poca collaborazione vista nelle lotte politiche, nonostante le incessanti lamentele verso le istituzioni. «Devono capire che se non si interesseranno seriamente al loro futuro, non avranno un avvenire roseo» ha esclamato con tono deciso, ribadendo: «Non bisogna abbandonarsi alle decisioni, definendole lontane dalla risicoltura, se non si cerca in alcun modo di interessarsi ed avvicinarsi alle istituzione che ne sono responsabili». Infine Roberto Carrière, Direttore di Airi, ha aggiunto un elemento «di conforto per la risicoltura: il riso è deficitario in Europa e credo che questa sia una grossa opportunità per noi, poiché abbiamo un mercato di sbocco assicurato e importante, che non tutti i settori possono permettersi di avere. Dobbiamo essere bravi a produrre nel modo giusto per poterlo sfruttare». Autore: Ezio Bosso