Tornano ad esserci prospettive rosee sul mercato, anche alla luce di quelle produttive sempre molto oscure. Il listino di venerdì, tuttavia, non viene emesso a Mortara, per mancanza del numero legale nella commissione prezzi. Gli operatori comunicano nuovi possibili spiragli di crescita (come abbiamo previsto nello scorso articolo).
RICHIESTI I LUNGHI B
Tornano ad essere richiesti i lunghi B, per i quali l’offerta chiede 60 €/q lordi, ed alcuni gruppi dei risi da interno. Tra questi sono i lunghi A generici, il gruppo Arborio e il gruppo Carnaroli ad avere nuovamente un mercato interessante, rinvigorito dalla richiesta di merce da parte di alcune riserie. Ciò nonostante, le contrattazioni rimangano pressoché nulle.
AVREMO IL SEME PER LA PROSSIMA CAMPAGNA?
Negli ultimi giorni alcune piogge, purtroppo accompagnate in diverse zone anche da eventi grandinigeni, hanno dato un po’ di respiro alle risaie, in molti casi asciutte da numerosi giorni. Le criticità idriche, tuttavia, restano il principale tema d’interesse tra i risicoltori. La situazione sta intaccando tutti gli ambiti della risicoltura, anche quello sementiero. In alcuni contesti la mancanza d’acqua potrebbe portare ad un importante ridimensionamento della produzione di seme. Per questo, il moltiplicatore Giuliano Compagnin ha deciso di condividere con noi i suoi timori.
TROPPO TARDI PER L’ADEGUAMENTO INFRASTRUTTURALE?
«Il dramma che sta vivendo l’agricoltura italiana, in seguito alla ormai celebre siccità, è evidente da mesi. Solo nei giorni scorsi, tuttavia, i media principali hanno iniziato a trattare l’argomento. La risicoltura dipende da un apporto idrico costante ed ingente, che non potrà essere soddisfatto per tutto il periodo di necessità dai recenti temporali. I nostri rappresentanti, uniti agli amministratori dei vari distretti irrigui, stanno esercitando tutte le pressioni possibili sulla attuale classe dirigente, per sbloccare i progetti relativi alla costruzione di dighe e similari, riposti nel cassetto da oltre 15 anni».
«Sarò pessimista ma credo che ormai sia troppo tardi in ogni caso. La mia principale preoccupazione oggi riguarda il comparto sementiero, di cui faccio parte ed al quale sono legato da tempo. Mi chiedo di quanto seme disporremo nella prossima campagna. Necessitiamo di 50000 tonnellate per soddisfare il fabbisogno, una produzione da tutelare se possibile anche privilegiando l’irrigazione delle camere. La nostra semente è l’unica adatta alle latitudini in cui la risicoltura italiana si estende e non può essere sostituita dal prodotto estero. La nostra categoria non ha un rappresentante che possa portare avanti questa battaglia. Battaglia che a molti potrà risultare antipatica, ma io ritengo che sia legittima. Si tratta di una produzione che richiede maggiori oneri economici e la partecipazione di diversi attori della filiera (ricercatori, certificatori e, ovviamente, produttori). Mi auguro che si possa arrivare ad un comunicato congiunto di noi sementieri per rendere ufficiale tale richiesta».
RESTIAMO UNITI CONTRO LA SICCITA’
Un’ istanza importante di Compagnin, per certi versi inadatta in un momento in cui fare differenze tra i diversi produttori non sembra essere la scelta migliore. Restando uniti e proponendo un’unica voce al legislatore, si potrebbe ottenere con più facilità una deroga sui bacini per il presente ed un progetto infrastrutturale per il futuro. Anche gli attriti tra le associazioni citate dal moltiplicatore, come nel caso di Coldiretti ed Ovest Sesia (leggi), possono risultare controproducenti in questo frangente. Per il momento, infatti, resta impossibile quantificare il danno che subirà la produzione risicola italiana, che si prospetta in ogni caso ingente, e tanto meno quale sarà la reale disponibilità idrica da qui a fine campagna.
Scegliere in questo contesto di privilegiare un settore, seppur fondamentale come quello sementiero, potrebbe creare attriti e tensioni di cui la risicoltura non necessita. Il mercato sta tornando a premiare il nostro prodotto e, considerando le attuali premesse produttive e il perdurare delle difficoltà nei commerci internazionali, potrebbe continuare a farlo in modo sempre più importante. Puntare a limitare i danni nell’areale più vasto possibile ed ottenere progetti per la realizzazione di accordi ed infrastrutture che possano prevenire questo scenario in futuro deve essere la priorità di tutti. Autore: Ezio Bosso