Le transazioni totali sono in calo (-7,6%), ma non il collocamento (45,2 contro il 43% di un anno fa), mentre le importazioni appaiono in crescita (+6,2%): eppure i prezzi si stanno riprendendo. Ci riferiamo ovviamente a quelli dell’indica, “gambizzati” dalle importazioni cambogiane e da un dissennato orientamento varietale. Forse è’ proprio per questo che si stanno apprezzando: l’industria compra – o fa sapere di essere pronta a comprare – più indica italiano per incoraggiare le imminenti semine. Anche se le piogge sconsigliano di virare su mais e soia, la prospettiva di un esodo dalle risaie è ancora concreta ed è uno spauracchio sufficiente per far allentare i cordoni della borsa ai compratori, che in questi mesi hanno tirato quei cordoni fino al limite della rottura. Nuovo trend o normale oscillazione? Si vedrà alla ripresa delle contrattazioni. Secondo le rilevazioni del 28 gennaio, i prezzi dei risoni sulla piazza di Vercelli hanno recuperato – 10 euro per Balilla, Centauro e similari (da 250-260 a 260-270 euro/t) e Loto (da 370 a 380); in aumento anche il Sant’Andrea (da 530-535 a 570-575), il Baldo (da 525-530 a 570-575), il Thaibonnet (da 244-254 a 249-259) e l’Arborio (da 590-630 a 630-670) – proprio mentre sui mercati internazionali si registrava una flessione. Certo, una rondine non fa primavera, ma se si avvistasse uno stormo… (03.02.14)
DALLA ROTAZIONE ALLA DIVERSIFICAZIONE GIÀ QUEST’ANNO
Le aziende agricole, già dal 2025, potranno fare rotazione colturale per soddisfare i dettami BCAA 7.