La rintracciabilit dei prodotti alimentari una importante garanzia di sicurezza ma il consumatore la snobba o quantomeno non abbastanza informato su questa novit . E’ il contenuto della testimonianza di Guido Deandrea, direttore commerciale della Curti Riso, che sar pubblicata da Il Risicoltore sul prossimo numero. Il giornale dell’Ente Nazionale Risi prosegue infatti la sua inchiesta su questo tema e scopre che le aziende sono pi zelanti di quanto sia richiesto dal mercato stesso. Se dalle interviste delle aziende risiere emerge che tutti gli imprenditori si sono attrezzati per tempo per rispettare il regolamento 178, entrato in vigore dal 1ø gennaio del 2005, da parte della massa dei consumatori non c’ la stessa "competenza" e la rintracciabilit rischia di diventare un regalo incompreso. "Il Regolamento Europeo 178/2002 – spiega infatti il manager di Curti – sancisce che deve essere possibile ripercorrere a ritroso il processo produttivo a partire dal prodotto finito. Tutto ci per garantire al consumatore un’adeguata procedura che limiti i danni in caso di emergenza sanitaria o in caso di frode: si potr quindi risalire agli eventi che hanno reso insicuro l’acquisto di un prodotto e arginarne la diffusione circoscrivendo le eventuali dannosit . L’applicazione di questo regolamento ha comportato per le Aziende una revisione completa di tutto il processo produttivo per renderlo trasparente in ogni sua fase, compresa quella della movimentazione logistica". Ricordando che la legge sulla rintracciabilit una misura precauzionale che facilita la limitazione dei danni, ma non certifica la qualit superiore dell’alimento, Deandrea puntualizza che Curti ha instaurato da anni in collaborazione con Coldiretti un sistema di filiera controllata che permette di assicurare al consumatore l’origine delle sementi; l’applicazione del codice di buona pratica agricola;il controllo igienico in tutte le fasi della coltivazione; la totale rintracciabilit del prodotto in ogni fase; le condizioni ottimali di trasporto; la selezione dei fornitori; l’applicazione dei sistemi di autocontrollo igienico efficaci in tutte le fasi della trasformazione; la conformit del processo in ogni fase critica; la sanit del prodotto; la rispondenza qualitativa dei prodotti al disciplinare tecnico per la certificazione di filiera controllata e di rintracciabilit di filiera". Il sistema comprende oltre 150 aziende agricole che hanno accettato di sottoporre la propria produzione ad un meccanismo certificato e che rispetto alla pura e semplice rintracciabilit aggiunge la sicurezza del prodotto. Tuttavia, sottolinea Deandrea, sembra che "il grande pubblico non apprezzi abbastanza questa innovazione. Una ricerca dell’Astra/Demoskopea ci dice che l’81% degli italiani non ha la minima idea di che cosa significhi "filiera alimentare". Del residuo 19% solo uno su due conosce esattamente il significato. Anche se, sempre secondo Demoskopea, gli italiani che, dopo aver confessato di non conoscerne affatto il significato, vengono informati su che cosa sia la filiera, ne sono poi entusiasti. Si tratta di un bacino di utenza su cui vale la pena d’investire".
IL CLIMA CAMBIA, CARTESIO NO
Un Carnaroli produttivo e molto stabile che fa della precocità una marcia in più