C’è sempre il tempo per ogni cosa, è un tempo travagliato questo mai vissuto prima, sotto le mascherine sono nascosti i sorrisi, dovrebbe essere un tempo di attesa per la festa più bella che si viveva da bambini, quei tre mandarini che allora era Gesù Bambino a portarli, avevano il profumo più buono del mondo, bastava poco per essere felici, i ricordi sono fatti di niente e nessuno ce li potrà rubare. La gente forse ha perso la speranza, c’è tanta incertezza sul futuro, le regole cambiano sempre , ma per la gente di terra basta guardarsi intorno nei giorni di sole , la nostra speranza è quella fioca, quella neve sulle montagne, un abbraccio immenso dall’Alpe Veglia al Monviso, è la speranza dell’acqua di neve , a rigenerare le sorgenti perenni per della prossima primavera, il bene bene prezioso dell’acqua che gente sapiente ha calcolato pendenze e fatta arrivare nelle terre del piano, scavando canali con mani callose, di picco e di pala e una carriola soltanto.
Siamo dei privilegiati noi gente di terra, ci hanno lasciato lavorare, mentre la maggioranza era ferma, chiusa in casa, noi potevamo continuare a fare il lavoro più bello del mondo, ma gli imprevisti arrivano sempre e la grandine ha devastato in vaste zone al 100%. Ai primi giorni di ottobre la grande pioggia ha allagato le terre lungo i fiumi, raccolti sommersi e l’acqua scura è salita dove neanche nel 68 era arrivata, forse il fiume si è sfogato prima allagando le terre del piano e ha salvato le città. Poi il sole è tornato caldo ancora, i raccolti sommersi sono stati tagliati tra una polvere immensa e la sabbia che usurava ogni cosa e i denti del trincia paglia da cambiare dopo un giorno soltanto e il raccolto allettato che metteva il germoglio.
Bene o male i raccolti sono arrivati nei magazzini, nel silenzio sotto le travate o nei capannoni, si vedono trattori nuovi e mietitrebbie, grazie alle agevolazioni 4 punto zero, dal governo è arrivata anche una legge che ha fatto chiarezza sull’Imu dei pensionati che lavorano ancora e pagano i contributi, è la fine di un incubo per tanti. E’ questo il tempo di fare il bilancio di fine annata, prima era il San Martin, 11 novembre, ho fatto in tempo a vedere i cartùn sulle strade infangate di gente che aveva caricato tutta la sua roba su di un cartùn soltanto e si spostava in un’altra cascina, l’uomo davanti a piedi teneva le briglie del cavallo non suo, la donna dietro con un bambino per mano e un altro in braccio, le sue lacrime si mischiavano alla pioggia. Tanti affittuari avevano messo la chiave sotto l’uscio.
La nostra gente di terra ne ha passate tante, passerà anche questo covid19 , ci vorrà ancora tanto tempo, si spera nel vaccino, intanto tanta gente che si conosceva è morta da sola, respirando a fatica, in isolamento, senza che nessuno dei suoi cari gli tenesse la mano per quel passaggio che resta il mistero più grande ancora.
La speranza, la poesia del 2020
Sono tempi difficili ma non dobbiamo perdere la speranza, in questo anno travagliato si è ricordato il centenario della nascita di un maestro di scuola, Gianni Rodari, scriveva poesie per i suoi alunni, arrivavano dritto al cuore, almeno di quelli che si portano dentro quel bambino e non hanno tradito i suoi sogni, una di queste sue poesie mi sembra giusta per questo tempo:
La speranza.
Se io avessi una botteguccia
fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza.
“Speranza a buon mercato!”
Per un soldo ne darei
ad un solo cliente
quanto basta per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare.
Gianni Rodari
E Buon Natale !
Carisio, 23 dicembre 2020.
Autore: Pier Emilio Calliera.
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