Siamo quasi a fine raccolto per gran parte dei risicoltori, mentre molti hanno da poco concluso le operazioni di trebbiatura. Ricordiamo che entro il 10 novembre bisogna comunicare il quantitativo di risone raccolto. La denuncia di produzione deve essere presentata ai sensi della legge istitutiva dell’Ente Nazionale Risi e della normativa dell’Unione europea vigente. Inoltre, a seguito della pubblicazione del D.M. 18 luglio 2018, entrato in vigore il 6 settembre 2018, tutti i produttori di risone biologico sono obbligati a dichiarare le produzioni distinte tra convenzionali, biologiche e in conversione ad agricoltura biologica, nonché il proprio Organismo di Controllo. La denuncia di produzione deve essere sempre presentata anche con produzione pari a zero.
Daghetta (Lomellina): siamo nella norma
Per Giovanni Daghetta, risicoltore di Robbio Lomellina (Pv) quest’anno «la produzione unitaria è stata sostanzialmente nella norma con qualche caso deludente, ad esempio il Sole. Le superfici seminate erano eccessivamente sbilanciate sui risi da mercato interno con carenza di risi tondi. La logica conseguenza è stata quella di avere prezzi equilibrati sui risi tondi, prezzi bassi per le varietà da risotto, abbastanza buoni per i lunghi A da parboiled. Discorso a parte merita il riso indica, al primo anno di applicazione del dazio da clausola di salvaguardia. Bisogna comunque osservare che anche col pagamento del dazio per le provenienze Cambogia e Myanmar il riso indica europeo rimane poco competitivo. A fine campagna sono rimaste scorte importanti di Carnaroli ed Arborio e circa 20000 tonnellate di indica. Le semine dei risicoltori, un pò sorprendentemente, hanno visto un solo leggero incremento delle varietà tonde, anche se alcune varietà, come il Sole, avevano avuto risultati alterni. Si registra una sostanziale stabilità dei lunghi A da parboiled, ed un ulteriore incremento di Carnaroli e Arborio. Credo che, a questo punto, con circa il 60% del risone raccolto la campagna si presenti sostanzialmente nella norma con buone rese alla lavorazione, un certo ritardo nelle operazioni di raccolta ed una previsione di maltempo che rischia di aggravare ulteriormente con un mercato che si è aperto all’insegna dell’equilibrio tranne per le varietà che hanno prezzi deludenti per gli agricoltori».
Chiò (Novara): meno rese per il bio
Secondo Nino Chiò, risicoltore di San Pietro Mosezzo (No) «per la produzione 2018 parliamo di 85/90 ql/ha per il convenzionale, mentre per il biologico una produzione di circa 28/30 ql/ha. La resa alla lavorazione si attesta intorno ad un 64/66. Abbiamo già collocato totalmente il convenzionale mentre per il Bio circa la metà, non per difficoltà di vendita ma, poiché lo lavoriamo per rifornire le nostre vendite di riso bianco (www.risopreciso.it). Per quanto riguarda la campagna 2019, le produzioni di convenzionale raggiungono un 70/75 ql/ha laddove il riso bio (ancora in corso di raccolta) sembrerebbe meno della campagna precedente, con rese alla lavorazione di 58/60. Per le semine si è mantenuta la regola aziendale di coprire tutte le tipologie: Lungo B, lungo A , lungo A da interno, Tondo. Gli spostamenti da un anno per l’altro sono di pochi ettari. La cosa importante da segnalare è sicuramente il calo delle superfici riso a favore delle colture d’asciutto (-30%)».
Dellarole: Indica incerto
Paolo Dellarole, risicoltore nel Vercellese dichiara: «pare un’annata non eccezionale rispetto alla precedente. Le varietà hanno prodotto a seconda dell’epoca di semina sulle quali ha inciso notevolmente il fattore climatico. Le rese complessivamente sono buone, considerando il lieve incremento della superficie coltivata a riso a fronte di una minor produzione il risultato dovrebbe essere equiparabile. Qui va detto che il largo anticipo con cui è stata annunciata l’applicazione della clausola per l’indica importato ha indotto gli operatori ad acquistare, con una compressione del mercato. Tondo in equilibrio come superficie e prezzi mentre il mercato da interno risulta sproporzionato. Rimane una preoccupazione di fondo: questo continuo abbassamento dei prezzi porterà l’indica ai minimi termini».
Sanna (Oristano): ci aspettavamo di più
«La raccolta si sta avviando alla conclusione con risultati sicuramente differenti rispetto allo scorso anno – dichiara Antonio Sanna, risicoltore nella provincia di Oristano – sia in termini di quintali che di resa alla lavorazione: buone rese sui gruppi varietali da interno (Baldo, Arborio e Carnaroli), mentre ci si aspettava qualcosa in più per quanto riguarda l’indica che ad occhio sembrava migliore. Speriamo in un mercato che possa tener conto della sostenibilità della coltivazione e che riesca a dare un equilibrio tra i vari gruppi varietali».
Rota (Milano): il meteo ha pesato
Secondo Alessandro Rota, agricoltore di Cassano d’Adda (Mi) «questa stagione risicola, caratterizzata da semine ritardate a causa delle piogge di maggio, non era iniziata sotto i migliori auspici. In realtà, dove il riso non è stato danneggiato dai successivi eventi atmosferici, come bombe d’acqua, trombe d’aria e grandine, si stanno riscontrando produzioni leggermente inferiori alla media per ettaro, ampiamente compensate, però, dalle rese di lavorazione che, dai primi campionamenti effettuati a cominciare dalla provincia di Milano, appaiono superiori a quelle standard. Certo, queste ultime piogge non aiuteranno chi ha ancora il riso in campagna. In generale, è vero che i cambiamenti climatici fanno sentire la loro influenza sulla coltivazione del riso».
Garbelli (Milano): risotti in ritardo
Antonio Garbelli, risicoltore di Zibido San Giacomo (Mi) aggiunge: «La raccolta è cominciata in ritardo (10-15 giorni più tardi), la qualità era buona per i primi 20 giorni e ora, causa piogge intense è scesa. Le varietà da interno, specialmente il gruppo Volano e Carnaroli, essendo più sensibili all’allettamento sono quelle che ne hanno risentito maggiormente. Fino a una settimana fa c’era ancora un 30% da raccogliere. Tra un 15 giorni si saprà cosa ci ha riservato questa campagna».
Piva (Jolanda di Savoia): molte malattie
Massimo Piva, risicoltore di Jolanda di Savoia (Fe): «l’anno scorso per queste varietà le produzioni sono state scarse, causa una forte presenza di nebbia e sbalzi termici il riso si é ammalato da subito. Poco tondo e tanti risi da interno, si sa, anche se ora, grazie a varietà alternative del Carnaroli, siamo più agevolati con i nostri terreni organici, molto azotati, mentre prima facevamo fatica a tenerlo in piedi. Il Cammeo, indipendentemente dalla data di semina, ha dato grandi soddisfazioni produttive e qualitative. Nonostante le difficoltà della semina ritardata, con giugno e luglio molto caldi la resa si é mantenuta su alti livelli (65/68q/ha). La produzione nel complesso però é in chiaroscuro, cioè dipende dall’epoca di semina: chi è’ riuscito a seminare entro la metà di maggio ha riscontrato buone produzioni. Da sottolineare le grandi problematiche legate all’umidità che quest’anno che hanno causato tempi di essiccazione molto lunghi. Volano ha avuto sbalzi produttivi notevoli (da 45 a 70) e purtroppo causa piogge intense qualcuno è stato costretto a seminare il Carnaroli al 10 di giugno».
Vasian (Isola della Scala): annata fantastica
Daniel Vasian, Coordinatore Produzione della Riseria La Pila Soc. Agricola a R.L., ci fornisce le seguenti impressioni dei risicoltori della zona di Isola della Scala (Vr): «Questa per noi è un’annata fantastica: per il Vialone Nano e Carnaroli verde si parla di circa 80 q.li/ha; in essicazione c’è un calo maggiore con tempi più lunghi ma la resa secca a ettaro si avvicina molto a 70 q/ha che tra l’altro è anche il massimo previsto dal severo disciplinare di produzione del Riso Nano Vialone Veronese I.G.P., nostro fiore all’occhiello. Nell’annata precedente, usando le stesse tecniche di coltivazione con una semina più precoce, avevamo ottenuto una media di 64 q/ha con una resa alla lavorazione del 52% circa per la varietà Vialone Nano dovuta alla raccolta del risone troppo secco in campo. Dalle prime analisi che abbiamo fatto fare all’Ente Risi il chicco risulta più grosso è più bello con meno difetti e una resa alla lavorazione del 58%. Nonostante queste performances produttive, le quotazioni della granaria stanno lievitando, in special modo sul Vialone Nano, a causa della minore quantità seminata dagli agricoltori che non hanno creduto alla semina tardiva a causa delle avversità climatiche della scorsa primavera. Analoga tendenza vi è per il riso Classico, snobbato dalla maggioranza delle aziende agricole che privilegiano le sementi alternative». (Interviste fatte il 20 ottobre) Autore: Martina Fasani