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UN BILANCIO DIFFICILE

da | 18 Feb 2014 | NEWS

finassiDal 2005 l’associazione laureati in scienze agrarie di Vercelli e Biella fa i conti in tasca ai risicoltori. Il bilancio economico dell’azienda risicola, che viene presentato domani dalla Camera di Commercio di Vercelli e che da domani sarà disponibile nell’area Pubblicazioni di Risoitaliano, affronta forse l’annualità più complessa. Come spiegano gli esperti, infatti “redigere un bilancio “a posteriori” della campagna 2013 alla luce dei prezzi attuali è impossibile, vuoi perché la campagna di commercializzazione è in corso, vuoi perché mancano dati aggiornati sul quantitativo di merce già venduta dai produttori. Se tutto il prodotto riuscisse a spuntare  un prezzo medio pari a quello riportato dal listino dello scorso 11 febbraio, circa a metà campagna di commercializzazione, ci troveremmo di fronte ad un ricavo medio ponderato di circa 2.400 €/ha. Aggiungendo l’attuale contributo UE  le aziende meglio strutturate riuscirebbero  a coprire i costi di produzione. Ma si tratta della media di Trilussa. Le aziende che  hanno puntato tutto sulle varietà di tipo tondo o Lungo B (parliamo del 62% della produzione totale) si trovano con ricavi di 500÷600 €/ha inferiori ai costi, a rischio sopravvivenza. Decisamente  migliore la situazione dei produttori di varietà da risotto (19% della produzione totale), ammesso che riescano ad ottenere un prezzo medio annuo  di vendita pari al listino odierno”. L morale è quella che detta il presidente dell’associazione, Antonio Finassi (foto piccola): “Se il ghiaccio su cui pattiniamo è sottile la velocità è la nostra salvezza”. Nel caso della risicoltura, il ghiaccio è sottilissimo e non sempre per colpa degli agricoltori. Come sarà ricordato domani a Vercelli, infatti,il travolgente incremento delle importazioni a dazio zero di riso lavorato dalla Cambogia ha spiazzato la filiera risicola: “le  grandi riserie italiane, ed addirittura le  loro concorrenti del Nord Europa, da sempre  convinte liberiste nel voler importare il risone senza dazi, si sono rapidamente trasformate in altrettanto assertive protezioniste, almeno nei confronti del riso lavorato. Le importazioni hanno mantenuto  i prezzi dei risoni lunghi B largamente al di sotto dei costi di produzione, mentre i risoni da interno hanno proseguito la solita altalena”. Nella primavera del 2013, quando veniva redatto il bilancio, i prezzi delle varietà da risotto si discostavano di poco da quelli delle varietà comuni, a causa delle  eccessive superfici seminate nel 2012. “I risicoltori, da sempre troppo inclini ad inseguire la situazione contingente, spiegano gli esperti, hanno quindi ridotto drasticamente le semine 2013 delle varietà da interno, col risultato dell’attuale impennata dei prezzi. Alla luce di questa situazione, lo stesso atteggiamento  ha  causato l’esaurimento delle disponibilità per il 2014 delle sementi   delle varietà in questione, chiaro segnale di futura disponibilità eccessiva di prodotto. Il richiamo alla necessità di programmare le semine è sempre valido; non occorre possedere capacità divinatorie per  prevedere, a meno di cataclismi naturali,  un nuovo crollo dei prezzi nella prossima campagna di commercializzazione. Di sicuro questa altalena è dannosa per tutto il comparto, vantaggiosa solo per qualche fortunato speculatore”. Il bilancio economico dell’azienda risicola è edito dalla Camera di Commercio di Vercelli. (18.02.14)

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