Un anno double face. Ci scuserete se, come al solito, Risoitaliano descrive la realtà per quello che è. Forse saremo gli unici, ma questo 2020 non lo definiremo un anno totalmente negativo. E’ stato doloroso. Dolorosissimo. Ma, come risicoltori e industriali risieri, non possiamo limitarci a piangere. Perchè questo 2020 ha straziato anche le nostre risaie, ha fatto vittime e ha distribuito paura a piene mani. Ma ha anche fatto crescere i prezzi del risone e ha dimostrato la necessità di produrre riso in Italia. Ammettiamolo, dunque, per noi il 2020 è stato un anno double face.
Un anno, tanto per ricordarne i passaggi fondamentali, che si è aperto con le dimissioni dell’assessore piemontese Marco Protopapa dal Cda dell’Ente Risi in cui non avrebbe mai dovuto entrare, perché di fatto incompatibile. Nomina e dimissioni che hanno aperto un vulnus ancora da ricucire, perché da un lato la Lega vorrebbe una poltrona che spetta al mondo agricolo e dall’altro non riesce neanche a decidere chi piazzarci.
Perché un anno double face?
Un anno double face perché, mentre il coronavirus impazzava e si svuotavano i supermercati, provocando l’impennata dei prezzi delle commodities, in Europa l’agricoltura combatteva un’assurda battaglia per sopravvivere: semaforo nutrizionale, farm to fork e bando degli agrofarmaci, tagli al bilancio agricolo e poi una discussione complicata sulla nuova Pac ci hanno accompagnato durante l’anno pandemico. Su Risoitaliano abbiamo cercato di seguire tutti i passaggi e di darvene conto, senza tralasciare l’opinione di nessuno, talvolta dandovi la nostra. Trovate tutto nel libro dell’anno in vendita su Amazon a questo indirizzo.
In febbraio, Risoitaliano è stato promotore, insieme al Banco Popolare, dell’ultimo convegno nazionale sulla risicoltura prima del lockdown, particolarmente riuscito. Purtroppo, pochi giorni dopo abbiamo dovuto incassare l’annullamento della Fieraincampo, che probabilmente non tornerà neppure nel 2021. Un colpo durissimo.
Abbiamo registrato anche notizie positive, come la prima apertura del mercato cinese, e negative, come il trionfo dell’asciutta. Abbiamo registrato tanti lutti, tra cui quello di Giulia Maria Crespi e del figlio Aldo Paravicini, pionieri del riso biodinamico. In ottobre, una violenta alluvione ha tagliato le gambe alla produzione 2020, danneggiando gravemente il canale Cavour. Ma i segnali con cui si è chiuso l’anno non si possono dire negativi, né sul fronte dei prezzi né su quello delle intenzioni di semina. Ovviamente, considerato l’andamento di questo 2020, previsioni non ne vogliamo fare. Vi rimandiamo al messaggio forte, in cui ancora crediamo, che abbiamo lanciato insieme ai risicoltori nei giorni caldi del Covid 19: è racchiuso in questo video, con il quale vi auguriamo #davverobuonanno. Autore: Paolo Viana