Il successo del sondaggio sulle semine dipenderà dal numero di risposte. Ma non è tutto, perché come andrà il 2018 per i risicoltori dipenderà anche da come sarà applicata la nuova legge sul mercato interno… All’inizio del nuovo anno, il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà fa il punto sulle questioni calde della risicoltura nazionale in questa intervista esclusiva.
Presidente Carrà, il 2017 è un anno da archiviare?
Senza dubbio non lo rimpiangeremo ma è stato anche l’anno di diverse iniziative come il “Primo Forum della Risicoltura Europea”, ribattezzato “G7 Riso”, da cui è uscita anche la proposta della richiesta della clausola di salvaguardia appoggiata da tutti i Paesi produttori, fatta propria dal governo, e che ha adesso la responsabilita’ di condurla in porto, convincendo la Commissione europea.
Ce la farà?
Non siamo di fronte ad una semplice compilazione di un modulo ed è sicuramente più facile criticare e dire che la clausola non verrà mai data, ma, come ho scritto su Il Risicoltore, il senso di responsabilità ci spinge ad insistere fino all’ultimo, lasciando alla Commissione l’onere per un eventuale rifiuto. Gli interessi economici legati a questi accordi sono molto forti ed è per questo che dobbiamo lavorare uniti.
Cos’altro ricorderemo ancora di quest’anno?
Le importazioni a dazio zero. Quelle non le dimentico mai. Mi fa piacere constatare oggi quanto da noi denunciato mesi fa. Il rapporto della società Development Solutions incaricata dalla Commissione di verificare l’evoluzione degli accordi di libero scambio , mette in evidenza che per riso e zucchero in Cambogia si è assistito ad una progressiva violazione dei diritti umani in risposta alle quali la Commissione europea non ha attivato la revoca temporanea dei regimi di preferenza commerciale, ma anzi ha intensificato la cooperazione allo sviluppo con il paese. Lo avevamo segnalato anche in febbraio nel documento predisposto alla chiusura del Forum, ma la gravità della questione è stata sottovalutata. Ora è necessario un intervento urgente dei servizi della Commissione che di fronte all’evidenza non possono più permettersi di procrastinare l’applicazione di misure di tutela per i diritti dei lavoratori dei paesi beneficiari del regime EBA e per la risicoltura comunitaria. Le esportazioni della Cambogia verso l’Unione europea sono aumentate in modo significativo dal 2009 per effetto del regime EBA e l’Unione è la destinazione principale dell’export cambogiano (37% del totale esportato) ma sono le industrie che traggono vantaggio dalle preferenze commerciali. Il riso europeo vede crollare i prezzi ma questo sacrificio non va a finanziare lo sviluppo dei Paesi poveri, bensì quello di pochi ricchi.
L’industria risiera sostiene che esiste una domanda insoddisfatta e che i risicoltori dovrebbero coltivare certe varietà per rilanciare il settore. E’ d’accordo?
Se esiste una domanda insoddisfatta, bisogna chiedersi il perché. Non vorrei fosse il solito dare la colpa ad altri, il che porta solo ad aumentare le divisioni. Quest’anno abbiamo predisposto un nuovo sondaggio semine che terminerà il 22 gennaio 2018 ed ho chiesto ed ottenuto che l’industria desse chiare indicazioni su cosa seminare in base alle richieste di mercato. È un primo tentativo di mettere ordine in un mercato troppo disorganizzato, ma certamente non risolutivo. Se ad una maggiore responsabilità dei risicoltori nelle semine, non seguiranno proposte economiche che diano certezza del loro reddito, purtroppo la superficie a riso calerà.
Ci faccia capire: come funziona il nuovo sondaggio. Il risicoltore italiano dovrà dichiarare che singola varietà seminerà oppure il gruppo varietale?
Ad inizio dicembre abbiamo invitato a tutti i risicoltori un sms ed un messaggio via PEC invitandoli a compilare il questionario on line. Gli agricoltori potranno rispondere indicando le varietà o il gruppo varietale. Il questionario terminerà il 22 gennaio ed i dati disponibili pubblicati il 31 gennaio. Inoltre abbiamo inserito due apposite caselle per indicare se si intende procedere con la semina in asciutta o in acqua allo scopo di incrementare le informazioni per i consorzi irrigui nell’ambito della gestione dell’irrigazione.
Ci sarà una distinzione per il riso biologico?
Al momento no. Lo faremo non appena riceveremo indicazioni in merito dal Mipaaf.
Cosa renderà questo sondaggio più efficace dei precedenti?
L’efficacia sarà determinata dal numero di risposte che riceveremo. Inoltre i precedenti sondaggi non partivano da indicazioni dell’industria risiera. Certo non è un sondaggio che puo’ risolvere la crisi che stiamo vivendo ma la riuscita sarebbe un importante segnale.
Concludiamo con una parola d’ottimismo. Cosa “salva” del 2017?
Il 2017 è stato un anno molto difficile e complesso che non ha mai visto però diminuire l’impegno da parte di tutti i soggetti istituzionali. Anche nella ricerca abbiamo attivato progetti in collaborazione con altri soggetti pubblici e non, su indicazione della filiera, dal “Baby Food” al monitoraggio del Brusone, dalla “Precision Farming” all’eradicazione del nematode galligeno, da “Riso Biosystems” a “Watpad”. Una ricerca utile ai risicoltori e non solo, visto che grazie alle linee guida realizzate con la Regione Piemonte per un corretto impiego in risaia dei fitofarmaci siamo riusciti con la responsabile attività degli agricoltori a mitigare l’inquinamento e a rientrare nello stato definito “buono” delle acque superficiali piemontesi.
E per il 2018?
Sarà un anno molto importante. Abbiamo partite aperte come la richiesta della clausola di salvaguardia, abbiamo un periodo elettorale alle porte, sara’ l’anno della nuova legge di mercato e delle opportunità che questa potrà dare, sarà l’anno di prova dell’etichettatura obbligatoria. Dovrà però essere anche l’anno di un nuovo e maturo confronto all’interno della filiera anche su temi che stanno emergendo in altri paesi europei come l’etichettatura europea, la questione della reciprocità tra i Paesi nell’uso dei principi attivi in risicoltura, la definizione di misure compensative per settori in crisi come è avvenuto per il latte. Non dimentichiamo poi che è iniziato il percorso della PAC 2020 che vede l’uscita della Gran Bretagna il che significa minori entrate finanziarie e la richiesta dei nuovi Paesi UE di un maggior equilibrio nella divisione degli aiuti comunitari. Un anno quindi impegnativo nel quale lavoreremo a testa bassa stando con i piedi per terra, perché è nei momenti di crisi che si trovano le soluzioni ai problemi.
(L’Ente Nazionale Risi ha diffuso una nota nelle ultime ore in cui annuncia il secondo forum sul settore del Riso europeo a Bruxelles il 23 gennaio presso la sede del Copa-Cogeca: «saranno invitati – scrive – gli stakeholder e gli europarlamentari dei Paesi produttori di riso dell’Unione europea. Si tratta di un appuntamento importante, perché interviene proprio mentre a Bruxelles si discute la clausola di salvaguardia richiesta dall’Italia per fermare le importazioni a dazio zero dalla Cambogia. Il forum punterà a sensibilizzare le istituzioni politiche anche sui problemi della violazione dei diritti umani in Cambogia e sulla necessità di regole reciproche nell’uso dei fitofarmaci: i contenuti dettagliati della proposta italiana al forum 2018 saranno decisi nei prossimi giorni dalla filiera. Il primo forum si è tenuto a Milano il 20 febbraio del 2017. Il presidente del sindacato dei risicoltori europei Bertrand Mazel ha già confermato la sua partecipazione» Scarica Programma23gennaio )