La nuova legge sul mercato del riso (Decreto legislativo 4 agosto 2017 n. 131) è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ma continua a far discutere. Tra le novità del decreto, che si prefigge tra l’altro di valorizzare le varietà tradizionali (Arborio, Roma o Baldo, Carnaroli, Ribe, Vialone Nano e S.Andrea), patrimonio della filiera risicola italiana, c’è la denominazione aggiuntiva “classico” da indicare nella confezione di vendita. L’Unione agricoltori focalizza in una nota ai suoi iscritti questo aspetto, che intercetta il tema della tracciabilità. «E’ possibile utilizzare questa indicazione solo se nella confezione è presente riso della varietà indicata ed a condizione che sia garantita la tracciabilità varietale. Come prevede il Decreto legislativo, è in corso di approvazione il Protocollo di tracciabilità da parte del Ministero delle Politiche agricole di concerto con il Ministero dello Sviluppo economico. Al riguardo è stata convocata per il prossimo 19 ottobre a Milano, presso l’Ente Nazionale Risi, una apposita riunione» recita la nota. L’incontro non sarà pubblico, informa l’Ente Risi, in quanto si tratterà di discutere i dettagli del decreto sulla tracciabilità del riso che il Ministero sta predisponendo e che consentirà di applicare la nuova legge anche in ordine alla denominazione “classico”.
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