Quattro ore e mezza di discussione, soprattutto sulla semina in sommersione e un mezzo quasi-accordo sulle turnazioni irrigue. Parliamo dell’incontro a porte chiuse con cui l’Ente Nazionale Risi ha riunito, ieri, al Centro ricerche sul riso di Castello d’Agogna gli stakeholder dell’acqua, cioè Regioni, consorzi irrigui, sindacati. Obiettivo: stilare un documento di buone pratiche per prevenire l’emergenza siccità ed eventualmente gestirla. Discussione infinita e a tratti tesa. Tante idee, alcune campate per aria, alcune provocatorie – «chi non ha più le ruotine di ferro coltivi piselli» ha detto un agricoltore vercellese all’indirizzo dei lomellini e immaginatevi voi i commenti – e alcune realizzabili solo nel lungo periodo, come gli invasi. Si è parlato persino di Pnrr: c’è chi ha ipotizzato di usare i 400 milioni destinati alla meccanizzazione aziendale per l’innovazione idrica.
DUE PUNTI IN DISCUSSIONE
Due i punti su cui sembra che si possa raggiungere un accordo. Il primo è incentivare la semina in sommersione, soprattutto quando c’è acqua, e anticiparla il più possibile (fine aprile), allo scopo di tesaurizzare la risorsa idrica nel terreno. Anche quando si deve praticare la semina in asciutta, l’imperativo è quello di anticipare l’irrigazione che può essere effettuata già dalla seconda foglia; e comunque questa tecnica di semina andrebbe sottoposta a una rotazione, in modo che i terreni, laddove possibile, siano comunque sommersi entro un certo periodo di tempo, allo scopo di non dissanguare la falda. Anche la sommersione invernale va ben ponderata: è utile, ma bisogna studiare bene la tessitura dei terreni per capire tempi e modi di attuazione, perché se la si conclude troppo presto la falda decade e se si arriva a febbraio nei terrreni argillosi poi non si entra più. Le Regioni si sono dette favorevoli ad incentivare queste strategie nei Psr. Soprattutto la Lombardia, dove si concentra l’asciutta.
IL NODO TURNAZIONI
Infine le turnazioni. Che diventano microturnazioni. La proposta viene da Confagricoltura e Cia. L’Est Sesia, a sorpresa, non pare contrario. Si tratterebbe di accordarsi sul fatto che l’irrigazione sarà turnata – in caso di penuria idrica – solo a livello di distretti (500-700 ettari) e non dell’intero comprensorio irriguo, come ha fatto invece Est Sesia quest’anno, togliendo l’acqua ai novaresi per dissetare i lomellini. Il direttore del consorzio, Mario Fossati, avrebbe dichiarato che la turnazione su vasta scala, come quest’anno, resterebbe l’extrema ratio. Insomma, prove di dialogo in corso tra novaresi e lomellini. Si aspetta il comunicato ufficiale dell’Ente Risi.
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