Una voce italiana si è insediata stabilmente nel panorama europeo delle discussioni su nuove frontiere, rischi e opportunità dell’agricoltura biologica: Luigi Tozzi, responsabile dell’ufficio Politiche della Qualità e Sicurezza alimentare di Confagricoltura, è stato confermato vicepresidente del Gruppo di Dialogo Civile per l’agricoltura biologica della Commissione europea, candidato dalla confederazione europea delle associazioni professionali e delle cooperative agricole Copa-Cogeca. Tozzi affiancherà il presidente del gruppo, l’olandese Marian Blom (IFOAM), nell’assistere la Commissione europea, contribuendo a mantenere un dialogo sulla politica dell’agricoltura biologica, di particolare importanza in questo periodo, visto il suo legame con il Green Deal.
Luigi Tozzi vicepresidente di Copa-Cogeca
Ai Gruppi partecipano il mondo della produzione e quello della distribuzione, insieme alle associazioni non governative, per favorire lo scambio di esperienze e la formulazione di pareri condivisi sui temi specifici, oltre a monitorarne gli sviluppi politici. Nell’ottobre dell’anno scorso Tozzi era stato eletto alla vicepresidenza del Gruppo di Lavoro di Copa-Cogeca sull’agricoltura biologica.
Il tema è tra quelli più dibattuti, a livello europeo: ricordiamo che un mese fa, come richiesto dal Copa Cogeca e da tutti gli Stati Membri, a causa della crisi sanitaria mondiale, è stato ottenuto dalla Commissione di posticipare di un anno l’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo sull’agricoltura biologica e di tutti i suoi atti delegati ed esecutivi. La Commissione europea ha anche informato il gruppo che gli atti già concordati finora saranno automaticamente inclusi nel testo base del Reg 2018/848.
Come è noto, per attuare la strategia europea sulla biodiversità è prevista l’adozione di uno specifico piano d’azione per il settore biologico. Per questo la Commissione ha avviato una consultazione pubblica per avere indicazioni per la sua stesura. Nel corso della discussione la Commissione ha fornito alcune anticipazioni sulle linee del piano che dovrebbe aumentare la domanda, il consumo e la produzione di prodotto biologico; favorire appalti pubblici verdi per la diffusione dei prodotti biologici. Per quanto riguarda questi ultimi due punti, la delegazione italiana ha rilevato, in accordo con le posizioni di Confagricoltura e del Copa, che l’aumento della superficie dedicata al biologico previsto dalla strategia, non può essere slegato da quello dell’aumento della produzione biologica europea. Si deve infatti evitare che l’aumento della domanda favorisca solo i trasformatori che, per soddisfare le richieste del mercato, importano prodotto dall’estero.
Inoltre, è necessario garantire che i prezzi pagati all’impresa agricola siano sempre equi e assicurino il giusto reddito. A tal riguardo è stato ricordato alla Commissione che già da tre anni in Francia e in Belgio, la GDO sta praticando prezzi uguali per prodotti biologici e convenzionali e che questo si sta ripercuotendo in maniera estremamente negativa sui produttori agricoli. Inoltre il settore mostra i primi segni di crisi anche in Italia, dove si assiste alla costante diminuzione dei terreni che sono stati messi in conversione negli ultimi quattro anni. Con un tale trend è evidente che sarà molto difficile raggiungere gli obiettivi della strategia sulla biodiversità. In sintesi, lo sviluppo della richiesta di prodotto biologico, le politiche dell’importazione, il mantenimento del prezzo equo ai produttori sono questioni intimamente legate tra loro. Malgrado questo, la Commissione ha dichiarato che si concentrerà sugli obiettivi interni della strategia europea e non su quelli esterni (importazioni di prodotti).
Secondo Confagricoltura, l’Italia è all’avanguardia avendo già pubblicato un DM interministeriale sui CAM (Criteri Ambientali Minimi) per gli appalti pubblici per la ristorazione collettiva (mense di ospedali, scuole, università). I CAM si caratterizzano per favorire tutte le produzioni sostenibili, compresa l’agricoltura biologica, ma non solo. Questo dovrebbe essere l’approccio corretto per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità previsti dal Green Deal.
L’UE ha registrato un aumento del 70% della superficie organica tra il 2007 e il 2017. Questo le ha permesso di diventare il secondo consumatore di alimenti biologici al mondo, con vendite al dettaglio pari a 34,3 miliardi di euro nel 2017. Anche se la stragrande maggioranza dei prodotti biologici consumati nell’UE sono prodotti all’interno dei confini europei, parte della domanda è coperta da merci importate. Nel 2018 sono state importate 3,3 milioni di tonnellate di alimenti biologici.
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