La mattinata del venerdì a Mortara conferma il dominio dei tondi. Ciò avviene dopo una seduta in cui sono aumentate in modo considerevole anche due varietà di cui si registra una forte carenza.
TONDI E CARNAROLI
I tondi generici si allineano alle quotazioni espresse martedì nelle altre sedi di contrattazione e Selenio fa un ulteriore piccolo passo in avanti, +5 €/t (min 685 €/t e max 720 €/t). Nel bollettino lombardo però il leader indiscusso è Vialone Nano +40 €/t, rende ufficiale nel bollettino la quotazione di cui abbiamo sentito parlare da ormai alcune sedute, 1000 €/t a prezzo ivato. Tuttavia, questa varietà è una di quelle per le quali risulta difficile reperire la merce e si registrano pochissime contrattazioni effettive. Discorso analogo vale per Carnaroli, che pareggia Selenio (min 695 €/t e max 720 €/t, +40€/t) ma le partite vendute sono davvero pochissime. S. Andrea si allinea a quanto avvenuto a inizio settimana salendo di 55 €/t (min 455 €/t max 480 €/t).
LUNGHI A E ARBORIO
Il mercato resta vivace, soprattutto grazie alla domanda che si fa sentire con insistenza. L’offerta è sempre bloccata, in un contesto che continua ad essere composto da voci in crescita, anche se in numero inferiore rispetto alle scorse settimane. I tondi continuano nel loro stato di grazia ma anche i lunghi A generici si comportano bene. E’ il caso di Luna CL, anche se il movimento non viene registrato dal bollettino. Si è iniziato a definire vendite a 55 €/q (prezzo ivato, come i seguenti) ma con pagamenti a 90 o più giorni, mentre la condizione di accesso al bollettino di una quotazione è che si riferisca a 60. Riguardo all’altro gruppo citato, si registrano 65 €/q con pagamenti lunghi per tutte le varietà del comparto, con Selenio stabilmente a 75 €/t. Tra le varietà da mercato interno, oltre alle tre già citate, si registra una discreta vivacità nelle contrattazioni relative al gruppo Arborio, pagato 55€/q, e Baldo, che si aggira intorno ai 50 €/q.
LA PAROLA AL MEDIATORE MIGLIAVACCA
«Si registra più domanda che offerta su tutte le varietà, afferma il mediatore milanese Giovanni Migliavacca. Interessante la crescita “in sordina” del gruppo Ribe, che fa registrare +5 €/q in una sola settimana. Gli altri movimenti, relativi al gruppo dei tondi, seguono il solco di quanto avvenuto tra lunedì e martedì nelle altre Borse Merci. Vialone Nano ha superato 1 €/kg se si accettano pagamenti un po’ più lunghi, ma la mancanza di merce per questa varietà è quasi totale. Idem dicasi per Carnaroli, che raggiunge i 75 €/q stabilmente.»
MELANO: PRIMI RALLENTAMENTI TRA I LUNGHI B
Con Claudio Melano, infine, volgiamo lo sguardo al prossimo mercato di lunedì a Novara, alla luce di quanto accaduto questa mattina in Lomellina. L’esperto spiega: «Credo che lunedì vedremo alcuni pagamenti, oggi registrati come a lunga scadenza, capaci di accorciarla, rendendo le quotazioni vociferate registrabili dal bollettino. Si tratta di una dinamica tipica della crescita di una quotazione, che potrà accadere sia riguardo ai tondi, sia riguardo ai lunghi A tipo Ribe.
La crescita del mercato in generale non credo sia finita, anche se alcune voci sembrano arrestarsi. È il caso dei lunghi B, fermatisi a 45 €/q a mio modo di vedere per due possibili motivi: in primis potremmo essere difronte ad una mossa delle riserie, atta a convincere i risicoltori a vendere senza attendere ulteriori crescite, rendendo le stesse difficoltose. L’altro motivo è legato ad una possibile crescita della merce importata, visto il decadimento dei dazi. Quest’ultima motivazione tuttavia la ritengo meno probabile, in quanto i noli di trasporto continuano ad essere elevati (visto il costo del carburante) ed incidono molto di più del dazio (circa 100 €/t) sul prezzo complessivo delle marce. Questa, inoltre, è ormai solita oscillare anche di 50 €/t nel suo prezzo al produttore in una sola settimana.
MELANO: PERCHE’ LE SUPERFICI NON AUMENTANO?
Viviamo in contesto di forte volatilità scaturito anche dal calo produttivo registrato a livello Ue, dovuto sia a difficoltà nella scorsa campagna, sia al calo nell’investimento di superficie. Le previsioni di semina per il prossimo anno non prospettano aumenti ma addirittura ulteriori lievi cali. Ciò avviene, nonostante l’andamento del mercato, poiché i prezzi stanno crescendo anche per altre materie prime coltivabili nelle nostre zone, come soia (stabilmente oltre i 60 €/q), frumento (attorno ai 32/33 €/q) e mais (attorno ai 27/28 €/q) che richiedono meno mezzi produttivi, quindi ammortizzano la crescita nei loro costi.
Coltivare riso, inoltre, è sempre più complesso per la mancanza di principi attivi, tanto che in alcuni casi per risolvere un’infestazione la rotazione è l’unico modo. Perciò l mercato, seppur in crescita, non convince gli agricoltori ad investire più del solito nel riso, ad eccezione del gruppo tondo. Qui è il mercato del Selenio a trainare la crescita spropositata, grazie alla richiesta proveniente dal settore della ristorazione orientale ed al calo produttivo dello scorso anno, proprio legato alla stessa dinamica ma al contrario (ristoranti chiusi per lockdown).
Il prezzo del riso quindi è instabile e non così elevato se rapportato con altre materie prime, alcune delle quali servono a produrlo. Dobbiamo sempre ricordarci di queste dinamiche quando analizziamo il contesto attuale e cerchiamo di capire perché le superfici non aumentano.» Autore: Ezio Bosso