Il mercato di Vercelli conferma la tendenza al ribasso dei prezzi del risone. Puntuale rispetto alle previsioni, è arrivato un calo che colpisce soprattutto i tondi ma contagia, a detta degli operatori, anche le varietà di riso lungo A. Non ci si aspetta un rimbalzo a breve, per via dell’incertezza commerciale e normativa. Secondo l’industria risiera, cui abbiamo chiesto conto delle politiche commerciali in atto, il deprezzamento dei risoni non è motivato dal timore di un divieto di vendita della produzione 2016, in seguito all’elevazione del Limite Massimo di Residui di triciclazolo, ma dalla rigidità della domanda. Sicuramente sono rigide le vendite: siamo al 35% del trasferito, contro il 45 degli anni passati a pari data, con magazzini pieni di residui dello scorso anno…
Non sembra affatto preoccupato il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà, che nei giorni scorsi ha dichiarato: «Dopo i primi grandi acquisti, adesso siamo in una fase di stand by, come sempre accade in questo periodo» invitando la filiera a serrare le fila.
Rispetto al passato, la crisi dei prezzi è ammantata di uno strano silenzio: non si levano cioè dal mondo agricolo appelli a non svendere, che sarebbero più che motivati, visto l’umore nero dei produttori. I segnali che vengono dalle diverse piazze del riso sono univoci ma non sono chiari: il mercato è pesante, malgrado non ci sia la corsa a vendere e neanche, malgrado i prezzi bassi, a comprare. L’industria sostiene di aver pochi ordinativi e ci si aggrappa alla speranza che il vento cambi, non foss’altro perché la stessa industria non dovrebbe essere interessata a veder scendere “troppo” le quotazioni, con il rischio di un trascinamento del mercato dei lavorati verso il basso. Quanto alle contromisure istituzionali, una delegazione dell’Ente Risi in settimana volerà a Bruxelles per saggiare le reali intenzioni della Commissione europea sul triciclazolo e sulla vendibilità della produzione 2016. Per febbraio è fissato il convegno europeo dei produttori di riso, a Milano, per fare il punto soprattutto sull’import.
In settimana è stato diffuso l’andamento delle importazioni dalla Cambogia (in calo del 10.7% a pari data) e da Myanmar (in aumento del 2.7): se dovesse perdurare, si potrebbe ipotizzare una ritrovata competitività dell’indica europeo – per effetto dei minori prezzi – rispetto al riso d’importazione. Guardando ai mercati tradizionali del riso italiano, l’unica novità ragguardevole riguarda la lira turca, che tocca minimi record, a seguito della serie di attentati avvenuti nel Paese e dal super rialzo dell’inflazione. Si prevede che il cambio dollaro-lira turca (USD/TRY) salirà a quota 4,00 nella prima metà del 2017, con il proseguimento del crollo. Il cambio EUR/TRY si è già attestato oltre quota 4,00 il che rende ancora più complicate le già poche transazioni commerciali con la Turchia.