In Thailandia, i prezzi sono scesi del 3%, tornando ai livelli di agosto. Lo riporta il rapporto mensile Osiriz, edito dal ricercatore Patricio Mendez del Villar, del Centro ricerche francese Cirad. Il rapporto è disponibile all’indirizzo web www.infoarroz.org. Questo calo è dovuto principalmente alla svalutazione del bath tailandese rispetto al dollaro. Il bath è al livello più basso dal 2006. Inoltre, la domanda di importazioni sta rallentando, mentre i nuovi raccolti provenienti dal nord-est del Paese iniziano a raggiungere il mercato. Tuttavia, gli esportatori thailandesi sperano di sfruttare le restrizioni indiane per attirare nuovi clienti.
Le esportazioni potrebbero raggiungere gli 8 milioni di tonnellate nel 2022, il 30% in più rispetto al 2021, recuperando così il secondo posto nel mondo davanti al Vietnam. Il Thai 100%B ha segnato 425 dollari contro i 436 di settembre. Anche il Thai Parboiled è sceso a 425 dollari da 436 dollari. Al contrario, la tipologia Broken A1 Super si è consolidata a 380 dollari contro i 375 dollari precedenti. Le rotture di riso thailandesi approfittano così del blocco delle esportazioni di rotture di riso dall’India e della mancanza di offerte dal Vietnam.
All’inizio di novembre, i prezzi hanno avuto una tendenza al rialzo grazie alla migliore performance del bath rispetto al dollaro e alla ripresa della domanda estera. In Vietnam, i prezzi all’esportazione sono aumentati significativamente del 5% e sono al livello più alto da giugno 2021. Si prevede che i prezzi rimarranno fermi fino alla fine dell’anno a causa del calo delle forniture esportabili e della domanda estera attiva. Autore: Maurizio Guerra Chavez