Il dinamismo commerciale dell’India, principale beneficiario delle ripresa della domanda di importazione, sta danneggiando la Thailandia, dove invece si mantengono stabile le esportazioni. Si stima infatti, secondo il rapporto Osiriz (che può essere scaricato solo dal sito www.infoarroz.org.) che la Thailandia dovrebbe piazzarsi al terzo posto tra gli esportatori internazionali.
In totale, le esportazioni thailandesi infatti non potrebbero superare i 5,5 milioni di tonnellate entro il 2020, il livello più basso degli ultimi vent’anni, il che pone il Paese, per la prima volta nella sua storia, dietro al Vietnam.
Prezzi di esportazione in aumento in Thailandia
In Thailandia i prezzi all’esportazione sono aumentati del 3% in un mese (perché soggetti a pressione per la rivalutazione del baht rispetto al dollaro), tranne che per la rottura di riso, i cui prezzi sono rimasti relativamente stabili. Le esportazioni del mese hanno raggiunto le 490.000 tonnellate a novembre contro le 450.000 tonnellate di ottobre, ma sono comunque inferiori del 30% rispetto all’anno scorso. Questo ritardo è particolarmente significativo sui mercati africani, la principale destinazione del riso thailandese.
A novembre, il prezzo del riso thailandese 100% B è stato, in media, di 476 dollari contro i 464 di ottobre. Il thailandese parboiled è salito a 473 dollari contro i 459 dollari precedenti. D’altra parte, il prezzo della rottura di qualità A1 Super è salita solo dello 0,7% a 408 dollari contro 405 dollari. All’inizio di dicembre, i prezzi sono rimasti stabili. Autore: Marialuisa La Pietra
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