Ancora l’Africa protagonista della scena risicola mondiale: il prezzo dell’alimento base della Nigeria, il riso, è aumentato dell’86% da quando il governo ha chiuso i confini alle importazioni con in Benin. Fino ad ora, il riso straniero ha invaso il mercato nigeriano e ha attraversato le frontiere di terra, sigillate dal governo a partire dal 20 agosto. Una situazione che si sta facendo via via sempre più critica: la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) ha esortato il governo federale a tornare sui suoi passi. Ha avvertito che la chiusura dei valichi di frontiera, che impedisce la libera circolazione delle persone, viola gli accordi firmati dalla Nigeria.
La risoluzione della Nigeria di chiudere i suoi confini terrestri è stata pensata per reprimere il contrabbando. Ma i commercianti nei paesi limitrofi affermano che le loro attività di conseguenza sono state pesantemente danneggiate. Allo stesso modo, la chiusura ha causato l’aumento dei prezzi e messo a repentaglio disponibilità di alcuni prodotti alimentari in Nigeria, tra cui proprio il riso. Il cereale prodotto localmente infatti non soddisfa ancora il fabbisogno complessivo del Paese.
E i venditori di riso a Lagos, la prima città commerciale della Nigeria, stanno attualmente rastrellando i prodotti alimentari in previsione di una vendita a prezzi più elevato durante le festività natalizie, quando la domanda è generalmente più elevata. «Il governo non ha messo in atto piani adeguati prima di chiudere il confine. La decisione ha solo aggravato la sofferenza dei nigeriani», ha affermato un economista. «Continuiamo a non coltivare abbastanza riso per nutrire il nostro popolo e il governo non ha ancora risolto i problemi di insicurezza e rapimenti che rappresentano una grave minaccia per la sicurezza alimentare nel paese», ha aggiunto.