Buona pratica agricola. Concetto noto, diffuso, sovente abusato. Ma a seguire le buone pratiche ci si guadagna; anche in anni difficili, come questo. Lo afferma Carlo Minoia, responsabile del settore riso per la Sis. La società sementiera bolognese è titolare della varietà da risotto più coltivata, il Volano, commercializzato come Arborio. Quattordicimila ettari il primo, settecentosessanta il secondo (dati Ente Risi). «Anche il Volano quest’anno ha risentito del clima piovoso, come molte altre varietà di riso, che a causa del maltempo hanno fatto registrare cali del 20-30% – ci conferma Minoia –, tuttavia abbiamo verificato che rispettare i tempi di semina e le altre buone pratiche ha pagato, e non solo nel caso del Volano. Parrà banale, ma per la natura non lo è: una semina parzialmente ritardata, diciamo al 10 maggio, quando invece doveva avvenire nell’ultima settimana di aprile, quest’anno ha comportato un cattivo raccolto».
In effetti, il clima alla Sis è tutt’altro che infausto: «La speranza è di poter nuovamente crescere in termini di fatturato», ammette il direttore generale Claudio Mattioli (foto piccola) e quel “nuovamente” fa pensare a un possibile nuovo record dopo i 36 milioni del 2012. Si lavora sulle performances agronomiche delle varietà da risotto, da parboiled (Loto), su alcune nicchie (Yume) e sui nuovi tondi Eridano e Ducato, ma anche – e molto – sui “concorrenti” del riso, a partire dalla soia (con varietà a basso contenuto di fattori antinutrizionali ideali per la moderna mangimistica). Intenso anche l’export: per restare al riso, si registrano in aumento le vendite di Eurosis in Portogallo e di Sagittario in Grecia. (05.12.14)