Pubblicato sulla Gazzetta Uffciale del 26 agosto il decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali del 9 luglio 2020, relativo alle misure in favore dell’imprenditoria femminile in agricoltura. È in arrivo un nuovo bando per l’imprenditoria femminile, dedicato alle piccole e medie imprese ed alle microimprese che intendano presentare progetti per lo sviluppo o il consolidamento delle attività agricole, attraverso investimenti nel settore primario e in quello della trasformazione e commercializzazione di prodotti.
Le imprese potranno ottenere mutui agevolati a tasso zero della durata minima di 5 anni e massima di 15 anni, comprensiva del periodo di preammortamento, per un importo fino a 300 mila euro. Gli interventi ammissibili dovranno riguardare il miglioramento del rendimento della sostenibilità globale dell’azienda agricola, delle condizioni agronomiche e ambientali, dell’igiene e del benessere degli animali e delle infrastrutture connesse allo sviluppo, all’adeguamento ed alla modernizzazione.
Come partecipare al bando
I requisiti per l’accesso alle agevolazioni riguardano essenzialmente la qualifica dell’imprenditrice come imprenditore agricolo professionale oppure, nel caso di società, riguardano principalmente la compagine sociale che dovrà essere composta e amministrata, per oltre la metà numerica dei soci e delle quote di partecipazione, da donne in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale ed iscritte alla gestione previdenziale agricola.
Bando per l’imprenditoria: una nuova opportunità?
Confagricoltura vede in questo bando un’interessante opportunità per favorire l’inclusione, il ricambio generazionale, la parità di genere e la formazione, incentivando, al contempo, l’insediamento, la permanenza e la crescita dell’imprenditoria femminile in agricoltura. Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte, spiega:« Il bando per l’imprenditoria femminile è una bella opportunità, soprattutto di questi tempi, avari di risorse. Parlo del Piemonte in particolare perché, con i fondi del PSR quasi totalmente impegnati, quello che rimane libero andrà destinato alla misura 21.
Inoltre, il Bando per l’imprenditoria femminile potrà servire non solo come sostegno ma anche come incentivo all’imprenditoria femminile, ambito nel quale, dal punto di vista del rinnovamento generazionale, si potrebbe fare molto: nella nostra Regione, dove operano 11.505 imprese agricole a conduzione femminile, cioè il 27,86% del totale, 7.316 imprese, pari al 62,76% della categoria, sono condotte da donne con oltre 55 anni di età, mentre quelle con titolari donne con meno di 25 anni sono soltanto 93, pari allo 0,8%. Ci auguriamo, inoltre, che le disposizioni vengano emanate in tempi utili, altrimenti la burocrazia rischierebbe di rallentarle eccessivamente, dato che occorrerà attendere la convenzione tra il Ministero delle Politiche agricole e l’Ismea, ente incaricato dell’istruttoria e gestione delle domande di aiuto».
Cosa ne pensano gli imprenditori?
Il Bando risulta strategico anche per la valorizzazione della multifunzionalità aziendale, spesso ben rappresentata della presenza femminile, importante soprattutto nell’agricoltura di montagna, di collina e delle aree marginali, dove spesso operano imprese a conduzione femminile che si dedicano alla produzione, trasformazione e vendita di prodotti agricoli, senza contare i servizi di ristorazione e di formazione, dall’agriturismo alle fattorie didattiche.
Ma cosa ne pensano gli imprenditori? Abbiamo intervistato Paola Sacco, titolare di un’azienda agricola nel tortonese e presidente regionale di Confagricoltura donna: « Questo bando risponde a diverse sollecitazioni che Confagricoltura Donna ha fatto al Ministero dell’Agricoltura e al mondo politico in generale, ed è molto importante per sostenere la presenza femminile in agricoltura. A livello di titolarità, la presenza femminile in agricoltura riguarda poco meno del 30% delle aziende agricole italiane. La possibilità che deriva da questa misura di poter effettuare investimenti fino a 300 mila euro, pagandoli in 15 anni senza interessi, è ancora più importante in questo momento, dopo che il lockdown ha messo in ginocchio soprattutto i comparti maggiormente espressivi dell’imprenditorialità femminile, quali agriturismo e fattorie didattiche che oggi si trovano a soffrire una grave crisi di liquidità e che quindi diversamente non potrebbero immaginare di fare investimenti.
In generale, questa misura consentirà a molte aziende femminili di mettere in atto progetti innovativi che portino miglioramenti a livello di sostenibilità, sia economica che dell’ambiente, ambiti nei quali le donne si sono sempre distinte. Le donne, inoltre, sono spesso propense ad innovare, nell’ottica del rispetto dell’ambiente, direzione nella quale deve andare l’Agricoltura. Le innovazioni richiedono però sempre grandi investimenti e purtroppo, tra cambiamenti climatici, prezzi dei prodotti agricoli sempre poco remunerativi, crisi sanitarie ed una politica che non sempre favorisce le aziende più “promettenti”, spesso siamo costretti a rimandare decisioni importanti. Per quanto mi riguarda ho in programma da anni un importante investimento per ottimizzare l’impiego delle risorse idriche in una delle mie aziende e questa potrebbe essere la volta buona, approfittando dell’opportunità offerta dal bando per l’imprenditoria femminile». Autore: Milena Zarbà