TANTO TUONO’ CHE PIOVVE GLIFOSATE
Tanto tuonò che…non piovve. La battuta non è riferita al meteo di questo fine autunno/inizio inverno quasi nella norma, ma all’annosa “telenovela Glifosate”, di cui nei giorni scorsi si è registrata l’ennesima puntata.
Con il Reg.2364/22 del 5 dicembre scorso la Commissione Europea ha infatti deciso di prorogare di un anno (quindi al 15 dicembre 2023) l’autorizzazione alla vendita ed all’impiego della sostanza attiva Glifosate. Sostanza di cui era imminente la scadenza.
LA COMUNICAZIONE EFSA
La decisione della Commissione è conseguente alla comunicazione da parte dell’EFSA (Agenzia Europea per la sicurezza alimentare) che informava di non essere in grado di concludere un accurato processo di valutazione del rischio prima del luglio 2023.
LA COMUNICAZIONE ECHA
L’ECHA (Agenzia Europea sulle sostanze chimiche) aveva invece comunicato già da tempo che “sulla base di una ampia revisione delle prove scientifiche la classificazione del Glifosate come cancerogeno non è giustificata”.
Si smentisce per l’ennesima volta una controversa comunicazione della IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) che aveva inserito la sostanza erbicida nello stesso gruppo di potenziale cancerogenicità delle carni rosse e del caffè (mentre l’alcool etilico è stato inserito nel gruppo delle sostanze certamente cancerogene).
PROROGA DI UN ANNO: FINALMENTE C’E’ MAGGIORANZA!
Sulla base della comunicazione di EFSA la Commissione aveva già da inizio 2022 avanzato la proposta di una proroga dell’autorizzazione di un anno. Per due volte tale proposta non ha raggiunto la “maggioranza qualificata” in sede di votazione. Giova ricordare che tale maggioranza è determinata sulla base della popolazione dei Paesi membri e non sul numero di Paesi favorevoli (21, tra cui l’Italia), astenuti (3, tra cui Francia e Germania) e contrari (3, ovvero Croazia, Lussemburgo e Malta). La maggioranza qualificata è sempre mancata per un 2% della popolazione rappresentato proprio da Lussemburgo e Malta.
IL CASO MALTA
In specie appare molto curioso l’atteggiamento della piccola isola del Mediterraneo che detiene (anche per ovvie ragioni di limitata estensione territoriale) il primato del maggiore utilizzo di “pesticidi” per unità di superficie e pro-capite. Inoltre, proprio da Malta sono partiti in passato processi di ri-registrazione di “vecchie” sostanze attive dalle modalità alquanto strane (uno aveva riguardato l’utilizzo su riso -che ovviamente a Malta non si coltiva- del Bentazone, poi di fatto “abortito” nei Paesi produttori del cereale per i divieti esistenti su scala locale).
Forse per “rifarsi una verginità” Malta ha viceversa adottato su Glifosate un atteggiamento fortemente proibizionista. Alla luce della proroga, la “telenovela” (che forse interessa solo di riflesso molti risicoltori, vista la rilevanza piuttosto marginale dell’erbicida per la coltura) continua per almeno altri 12 mesi. Come in una “soap opera” di lungo corso potremo ricollegarci tra circa un anno per scoprire che…la trama è più o meno allo stesso punto. Autore: Flavio Barozzi, dottore agronomo
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