Il PNRR persegue la “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. La rivoluzione è definita dall’European Green Deal e dal doppio obiettivo dell’Ue di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 unitamente alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030.
Si prevede lo stanziamento di 5,27 miliardi allo scopo di perseguire tre obiettivi, tra cui rileva, in particolar modo, lo sviluppo di una filiera agroalimentare sostenibile in un’ottica di miglioramento delle prestazioni ambientali ed incremento della competitività delle aziende agricole come previsto da “From Farm to Fork”. All’atto pratico tali indirizzi programmatici richiedono idonei strumenti normativi atti a perseguire su scala nazionale (e non locali) gli obbiettivi.
In questa prospettiva, i contratti di filiera, istituiti dall’art. 66 della l. n. 289 del 27.12.2002, la cui disciplina è stata successivamente più volte modificata e la cui disciplina si rinviene da ultimo nel d.m. MiPAAF 8 gennaio 2016, sono finalizzati a favorire l’integrazione delle imprese, la valorizzazione delle produzioni e, più in generale, il sostegno al settore agroalimentare rientrano nel perimetro del PNRR. Nicola Lucifero analizza quest’opportunità su Georgofili.info: buona lettura.