Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature apre la possibilità di “accelerare” la risicoltura per raggiungere la sicurezza alimentare. Lo comunica l’Irri, l’Istituto internazionale di ricerca sul riso con sede nelle Filippine. Una rivoluzionaria ricerca sulla variazione genomica in 3.010 diverse varietà di riso coltivato asiatico delinea infatti la più grande serie di varianti genomiche per una specie coltivata. «Queste informazioni portano a uno sviluppo più rapido e accurato di varietà adatte a vari ambienti agricoli, in particolare per aree sfavorevoli alla risicoltura, dove risiedono gli agricoltori più poveri e vulnerabili. I selezionatori possono fare scelte più intelligenti nella individuazione dei tratti per varietà migliorate che gli agricoltori possono coltivare, il che porta ad una maggiore sicurezza alimentare e nutrizionale – afferma Jacqueline Hughes, International Rice Research Institute, Direttrice Generale per la Ricerca – Ecco come i progressi nella scienza del riso possono avere un impatto sulla vita di milioni di agricoltori e consumatori».
Nata da una collaborazione tra l’Irri, e l’Accademia cinese delle scienze agrarie (Caas), BGI-Shenzhen e altre 13 istituzioni partner, questa ricerca consentirà agli scienziati di scoprire nuove varianti genetiche e di caratterizzare i geni noti per tratti importanti, come, ad esempio, la capacità naturale di una particolare varietà di resistere alle malattie e alle inondazioni, a siccità e all’acqua salata. Inoltre, i selezionatori potrebbero usare i marcatori genetici per individuare le piante di riso che hanno maggiori probabilità di portare un tratto desiderato prima che vengano coltivate in campo. «Ciò che in passato poteva richiedere fino a 40 anni dalla scoperta dei tratti allo sviluppo varietale ora può richiedere solo pochi anni», afferma Ruaraidh Sackville Hamilton, ricercatore di primo piano dell’Irri, responsabile dell’International Rice Genebank (la namca del germoplasma) dell’IRRI. «Inoltre, siamo anche in grado di rendere il processo di coltivazione più efficiente e preciso, fornendo varietà con caratteristiche che possano adattarsi a un ambiente di produzione sempre più complesso, ridurre l’impatto ambientale, produrre una resa maggiore con meno risorse, con i cambiamenti che seguano le esigenze e richieste dei consumatori», ha aggiunto Hamilton.
Questa ricerca ha rivelato che, tra i 3.000 genomi di riso, ci sono variazioni significative nel contenuto genico e nell’immensa variazione di sequenza. I ricercatori hanno identificato oltre 10.000 nuovi geni del riso e oltre 29 milioni di semplici variazioni in tutto il genoma. Inoltre, all’interno dei due principali gruppi di varietà risicole, l’analisi ha rivelato l’esistenza di popolazioni precedentemente non segnalate che sono uniche per origini geografiche specifiche. Altre prove hanno rivelato che il riso asiatico è stato reso domestico più volte migliaia di anni fa. Secondo Kenneth McNally, ricercatore senior dell’Irri, questo è il più grande insieme di varianti genomiche scoperte per una specie coltivata, liberamente e pubblicamente disponibile per i coltivatori di piante e gli scienziati di tutto il mondo. Serve già come materiale per formare una nuova generazione di biologi.
Zhikang Li, ricercatore e collaboratore del Caas, ha riferito che i risultati della ricerca hanno inaugurato una «nuova era di selezione genomica e di informazioni». Ha aggiunto che è stata una risorsa vitale ed ampia utilizzata dai ricercatori del Caas mentre lavorano sulla scoperta di caratteri su larga scala e sull’estrazione allelica, identificando i genitori per i programmi di selezione e stabilendo un database completo sui caratteri del genoma per il futuro miglioramento del riso. Secondo iHei Leung, principale ricercatore e genetista dell’Irri, c’è ancora molto lavoro da fare per scoprire e comprendere altre variazioni genomiche del riso nella collezione dell’International Rice Genebank dell’Irri e di altre banche di germoplasma in tutto il mondo. «Successivamente, esploreremo la diversità largamente inutilizzata nelle specie di riso selvatico. Ciò sarà di grande aiuto nella definizione delle relazioni genotipo-fenotipo e nel migliorare la nostra comprensione della biologia vegetale. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo continuare a fornire l’accesso a nuove informazioni alla comunità globale», ha concluso Leung.