L’Ente Risi ha presentato al Mipaaf le proprie valutazioni tecniche che verranno ribadite il prossimo 28 settembre nell’ambito del tavolo di partenariato nazionale che esaminerà il Piano Strategico Nazionale. Sul tavolo ci sarà anche la proposta di condizionare la concessione dell’aiuto accoppiato all’utilizzo di seme certificato (anche per la risicoltura). Oggetto di attenzione, inoltre, le proposte del nuovo PSR che riguarderanno anche misure specifiche per il riso.
Il presidente dell’Ente Nazionale Risi Paolo Carrà ci spiega cosa dirà al tavolo di partenariato. I contenuti dell’analisi tecnica dell’Ente sono raccolti in queste slides: RISO – REPORT ACCOPPIATO 2022
Come si è arrivati alla proposta di condizionare l’aiuto accoppiato all’uso di seme certificato?
La Commissione europea ha fatto delle osservazioni al Piano strategico nazionale. Tra queste osservazioni vi era quella di giustificare la concessione dell’aiuto accoppiato. Il Ministero ha ritenuto di rispondere a tale sollecitazione introducendo l’obbligo dell’uso di semente certificata per tutte le colture. L’Ente Risi ha messo in evidenza come l’uso obbligatorio delle sementi per ricevere l’aiuto accoppiato non risponde a proprio avviso a quanto è stato richiesto da Bruxelles. Infatti, finora questo parere, formalizzato anche in sede di consulta risicola nazionale, non è stato preso in considerazione da via XX Settembre.
Quindi Bruxelles non chiede di legare aiuto e seme?
Ma no! Chiede di motivare la concessione dell’aiuto accoppiato al riso in base a principi di sostenibilità, qualità e competitività e noi abbiamo dato al Ministero tutti gli elementi che riteniamo serviranno a per motivarlo. Tali considerazioni si trovano anche nel documento inviato alle stesse organizzazioni agricole nazionali. Inoltre la stessa Commissione ha da sempre considerato la risicoltura una coltivazione particolare. Per questo motivo non comprendo come possa essere stato pensato un criterio di valutazione che accomuni tutte le colture che percepiranno l’aiuto accoppiato. Si è fatto di tutta l’erba un fascio.
Come si esce da questa strettoia?
Io auspico che ci sia ancora spazio per un confronto serio su base tecnica e scientifica. Ricordo che tutte le volte che l’Italia ha sostenuto le proprie tesi con motivazioni tecniche solide ha ottenuto il giusto. E’ avvenuto anche con la clausola di salvaguardia, che inizialmente la politica guardava con scetticismo.
Il 28 ripeterà tutto questo?
Certamente. E aggiungerò che vincolare l’aiuto all’uso di seme certificato implica implicherà anche l’attivazione di una serie di controlli che graveranno sul Ministero: esattamente ciò che il governo ha chiesto di evitare… altro che sburocratizzazione.
Veniamo alla sommersione con set aside e ai fossetti introdotti dalla nuova programmazione.
Sempre nel documento del Piano Strategico Nazionale presente sul sito del Mipaaf (qui trovate il link), si possono leggere i contenuti del prossimo P.S.R.. Nell’ambito dell’ACA22 cioè della biodiversità in risaia abbiamo fatto notare alle Regioni che prevedere tra le varie profondità dei fossetti anche quella di un metro, significa andare ad intaccare lo strato ghiaioso e quindi facilitare la perdita di acqua dalla camera di risaia. Circa invece la proposta del set aside in sommersione durante i mesi di coltivazione, seppur limitata in termini di superficie rispetto alla proposta iniziale, ho detto che la considero un paradosso perché si punta alla biodiversità della risaia chiedendo di non coltivare la risaia e uno spreco di acqua della quale mi pare proprio sarebbe bene farne un uso razionale e non uno spreco. Inoltre tutto questo è un precedente per il quale Bruxelles prima o poi ci chiederà di più.