Venerdì 29 marzo si è tenuto, presso l’Orto Botanico a Pavia, il convegno di presentazione dei risultati del progetto SUBRIS dedicato alla subirrigazione del riso. Il Progetto, cofinanziato con il contributo della Regione Lombardia (Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 – Operazione 16.2.01), ha visto, con il coordinamento scientifico del prof. Aldo Ferrero, la collaborazione della riseria Parboriz s.p.a (in qualità di capofila), della Università di Torino – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, della Università di Pavia – Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, di Agricola 2000, e delle aziende agricole Soc. Agr. Biemme, Soc. Agr. Pinchiarola, Confallonera Soc. Agr., Coppo e Garrione Soc. Agr.
Cosa prevede il progetto
Lo studio, giunto al termine, ha posto a confronto, presso le 3 aziende risicole ospitanti, la gestione convenzionale con risaia sommersa con quella innovativa che prevede la subirrigazione, con semina a file interrata e semina con pacciamatura con film biodegradabile, con lo scopo di valutarne gli aspetti di carattere ambientale, quali ad esempio il rischio di contaminazione delle risorse idriche superficiali e sotterranee da parte dei prodotti fitosanitari, le emissioni di gas serra in atmosfera, l’impatto sulla biodiversità, oltre che di testarne la validità dal punto di vista agronomico, economico e qualitativo.
Effetti sulla contaminazione delle acque
Il Prof. Aldo Ferrero ha illustrato i risultati delle analisi effettuate sulle acque e sui terreni che hanno consentito di valutare la dinamica della degradazione dell’erbicida oxadiazon. I dati emersi hanno evidenziato un tempo di dimezzamento della concentrazione del principio attivo, espresso come DT50, nettamente inferiore nella subirrigazione, con una scomparsa del principio attivo nel terreno dopo circa un mese dal trattamento, a fronte di una maggior persistenza nella risaia sommersa (oltre 100gg). A questo si aggiunga una ridotta percolazione nel suolo nella subirrigazione a confronto della risaia sommersa, dove successivamente alla sommersione si osserva un aumento della concentrazione di principio attivo nello strato del terreno inferiore.
Valutazione della pacciamatura
Le prove hanno evidenziato un buon controllo delle infestanti da parte della pacciamatura, senza pertanto l’ausilio di erbicidi, e il mantenimento di un tenore di umidità ottimale al di sotto dei teli, con un ulteriore potenziale riduzione dei volumi idrici necessari al buon esito della coltura. I risultati produttivi, che mediamente si sono attestati a pieno campo sui 45 ql/ha, sono risultati penalizzati dalle attrezzature non efficienti e dall’eccessivo spazio tra i teli che rappresenta una tara eccessivamente penalizzante, sia per la riduzione della produzione, sia per la necessità di interventi costosi di contenimento delle infestanti. Come auspicato dal Prof. Ferrero si rendono necessari miglioramenti delle attrezzature finalizzati alla riduzione delle tare improduttive.
Effetti sulle emissioni di gas serra
Durante la stagione sono stati diversi campionamenti in differenti epoche al fine di determinare le emissioni di gas serra : metano e protossido di azoto. I risultati ottenuti sono stati quindi posti a confronto con quelli di studi precedenti effettuati in condizioni di sommersione e di irrigazione turnata. Le emissioni di metano sono risultate pressoché nulle rispetto a valori variabili compresi tra 221 e 540 di kg/ha di metano emesso in condizioni di sommersione continua. Allo stesso modo le emissioni di protossido d’azoto sono risultate estremamente basse (0,04-0,08 kg/ha) se pur il confronto con la situazione di risaia sommersa (0,04-0,86 kg/ha) presenta un divario minore rispetto a quanto riscontrato con il metano.
Analisi dei costi di produzione
Il Dr. Giuseppe Sarasso ha illustrato l’analisi dei costi di produzione che hanno evidenziato un costo di produzione pari a 0,50 €/kg per il risone prodotto in subirrigazione e di 0,97 €/kg per il risone prodotto in subirrigazione con pacciamatura, decisamente più elevati rispetto alla coltivazione con tecnica tradizionale, e non sostenibili a fronte dei prezzi del risone appartenente allo stesso gruppo varietale (RIBE). Il costo elevato di coltivazione è determinato prevalentemente dall’ammortamento dell’impianto e dalle spese di carburante necessario al funzionamento.
Effetti sulla biodiversità
La Prof.ssa Maura Brusoni del Dipartimento di Scienze della Terra e Ambiente dell’Università di Pavia ha illustrato i risultati dei monitoraggi effettuati volti a valutare gli effetti della subirrigazione nei confronti della biodiversità, dai quali è emersa una modifica della composizione della flora infestante più simile a quella riscontrata in colture sarchiate, una minor variabilità specifica contraddistinta però da un maggior grado di copertura. Risultati che hanno portato ad affermare come la biodiversità vegetale nella subirrigazione sia inferiore a quella delle risaie convenzionali.
Valutazione qualitativa della produzione
Il Dr. Andrea Ferrara, responsabile qualità della Parboriz, ha illustrato i risultati delle prove qualitative effettuati sia su risone (resa, difetti, residui da fitofarmaci) sia sul riso parboiled (misura della granella, contenuto di metalli pesanti, analisi nutrizionale), ponendo a confronto la produzione sub irrigata con quella sub irrigata e pacciamata e con quella ottenuta in condizioni di sommersione.
Il confronto non ha evidenziato variazioni significative dal punto di vista qualitativo, ha confermato la totale assenza di residui di fitofarmaci nei campioni subirrigati (in un campione di risone in sommersione è stato riscontrato un residuo di fitofarmaci, se pur al di sotto del limite consentito di legge), così come ha confermato le attese in merito alla dinamica dei metalli pesanti, confermando un drastica riduzione del contenuto di arsenico e un aumento del contenuto di cadmio e piombo, che comunque sono rimasti ampiamente al di sotto del valore limite di legge. Autore: Daniele Rattini (progetto Subris)