Dal 21 al 31 ottobre 2024 si è svolta all’IRRI di Manila, nelle Filippine un’importante serie di incontri volta ad aggiornare, divulgare e rafforzare le conoscenze sugli stress biotici del riso e la ricerca delle soluzioni varietali. I partecipanti hanno avuto la possibilità di conoscere, collezionare, isolare, conservare, inoculare e valutare i diversi stress biotici tra cui funghi, batteri, insetti, nematodi e virus. Una delle aziende presenti era l’italiana IRES di Novara, che fa parte del Comitato Esecutivo del TRRC (Temperate Rice Research Consortium). L’evento, reperibile su Facebook, si intitola: Hands on training on biotic stress resistance evaluation. (Segue dopo la foto)
L’OBIETTIVO DELL’INCONTRO
La sempre maggiore riduzione di prodotti chimici autorizzati sulla coltura del riso e l’indirizzo delle politiche agricole verso coltivazioni sempre più sostenibili rende necessaria una presa di coscienza verso il miglioramento genetico e lo sviluppo varietale, unica vera arma per combattere contro stress abiotici (come il cambiamento climatico, la siccità, le inondazioni, ecc.) e gli stress biotici. Fortunatamente il riso ha una predisposizione particolarmente favorevole al miglioramento genetico essendoci una variabilità varietale elevata a livello mondiale con la possibilità di recuperare geni di resistenza a quasi tutti gli stress. Tutto ciò che è possibile ottenere da una varietà è fondamentale che sia ottenuto. Questo è possibile grazie a una scelta oculata della varietà più adatta a ciascun ambiente di coltivazione. Spesso purtroppo si vedono varietà interessanti coltivate in ambienti non appropriati con l’ottenimento di prevedibili insuccessi. (Segue dopo la foto)
PERCHE’ SE NE OCCUPA L’IRRI
L’IRRI è una ONG fondata il 25 Novembre 1960 nelle Filippine, ad opera della Rockefeller Foundation, della Ford Foundation e del governo delle Filippine è supportato da governi e istituzioni tra cui anche l’Unione Europea. Fa parte dei 15 Istituti di ricerca del CGIAR (Consultative Group on International Agricultural Research) e si occupa specificatamente del miglioramento genetico del riso di tutto il mondo. In occasione di questo evento, i laboratori, le serre, i campi sperimentali e tutti i ricercatori sono stati a disposizione dello staff in visita presso l’IRRI in questo evento definito fin da subito come unico del suo tipo all’IRRI dalla sua fondazione.
L’obiettivo – ambizioso – era quello di divulgare in una serie di incontri tutte le conoscenze acquisite negli anni ai partecipanti in modo da formare ricercatori che possano creare varietà sempre più sostenibili e resistenti nei loro territori. Il percorso ha previsto l’acquisizioni di informazioni dettagliate sui batteri che attaccano il riso come lo Xanthomonas oryzae pv oryzae e pv oryzicola, i funghi come il brusone, l’elmintosporiosi, la rizoctonia e il falso carbone, i virus come il tungro, gli insetti come la larva minatrice gialla dei culmi e le cicaline verdi e marroni e i nematodi come Meloidogyne graminicola. Conoscenze approfondite, strumenti di lavoro appropriati, protocolli ed esperienze pratiche sono la base per la conduzione di test precisi e performanti. (Segue dopo la foto)
IL COMMENTO IRES
IRES è membro del Comitato Esecutivo del TRRC (Temperate Rice Research Consortium), un consorzio di istituti pubblici e privati costituito all’interno dell’IRRI per l’analisi e la soluzione di problemi legati alla costituzione varietale nei climi temperati. «Il riso in Europa non è una coltura importante come in Asia. Nonostante questo molti problemi di campo possono essere risolti con le stesse tecniche messe a punto presso l’IRRI», segnala Massimo Biloni, presidente di IRES (nella foto, insieme ai ricercatori Irri). «Grazie ai continui contatti internazionali il miglioramento genetico potrà in futuro affrontare i cambiamenti climatici e le restrizioni all’uso di prodotti chimici che l’Unione Europea sta adottando. Incontri come quello realizzato all’IRRI vanno proprio in questa direzione. Auspico che anche in Italia si possano affrontare nello stesso modo certe tematiche sapendo di poter contare su strutture, come l’IRRI e il TRRC, con grande esperienza nel campo della ricerca e sperimentazione sul riso».
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