Sono già 402mila le tonnellate di riso lavorato importate a fine ottobre da Cambogia e Myanmar e il governo italiano – contrariamente a quanto promesso – non ha ancora presentato la nuova richiesta di adozione della clausola di salvaguardia. E’ emerso dalla riunione del Comitato Consultivo Cereali che si è svolta in settimana a Bruxelles. Il presidente del gruppo di lavoro Riso del Copa Cogeca, Giuseppe Ferraris (foto piccola) conferma: «c’è chi vuole allungare i tempi ma la filiera del riso non può aspettare perché tra poco le aziende inizieranno a chiudere». Le importazioni di riso nell’UE da paesi EBA (per lo più Cambogia e Myanmar) sono passate da 10.000 tonnellate (equivalente riso lavorato) nella campagna di commercializzazione 2008/2009 a 402.000 tonnellate nella campagna 2013/2014. Nello stesso periodo la sola Cambogia ha aumentato le proprie esportazioni verso l’UE da 6.012 tonnellate (equivalente riso lavorato), a 255.000 tonnellate. Le importazioni di riso dalla Cambogia sono costituite da riso lavorato e semilavorato, sfuso e in piccole confezioni, per lo più del tipo Indica, e sono in diretta concorrenza con la produzione europea di riso Indica che è pari al 35% della produzione totale di riso dell’UE. Ferraris ha dichiarato che “L’aumento delle importazioni sta mettendo il settore del riso comunitario a rischio, creando una situazione preoccupante per gli agricoltori e per le cooperative agricole con il rischio che la coltivazione del riso venga completamente abbandonata nei casi più gravi. Ciò avrebbe un impatto negativo sulla biodiversità e la qualità delle acque e del suolo (rischio di salinizzazione), in particolare nelle zone dove non è possibile coltivare altro. Anche il Copa-Cogeca invita pertanto la Commissione ad applicare la clausola di salvaguardia prevista dal sistema di concessioni commerciali ai paesi meno sviluppati, EBA – Everithing But Arms (tutto fuorché le armi). L’Italia ha già presentato nei mesi scorsi un dossier che analizza il boom di importazioni a dazio zero dalla Cambogia che la Commissione europea non ha accolto, sostenendo che avesse dei “vizi” giuridici e che comunque la situazione dell’import non fosse quella descritta. Qualche settimana fa, Mipaaf, Mise e Ente Risi hanno stilato un nuovo documento che dimostra il danno prodotto dalle concessioni europee al settore risicolo e anche l’inutilità politica delle esenzioni: «a chi sostiene che la direttiva Eba aiuti i Paesi in via di sviluppo ricordiamo che queste importazioni, mentre mettevano in ginocchio le imprese europee, facevano guadagnare ai risicoltori cambogiani solo due euro – due euro – a tonnellata» ha sottolineato Ferraris a Bruxelles. Si attende dunque la consegna formale del documento italiano – che fonti governative avevano descritto nei giorni scorsi come “imminente” – e la risposta della Commissione europea. (07.11.14)
L’ACQUA DI OVEST SESIA NON COSTERÀ DI PIÙ
L’approvazione del bilancio di assestamento e il bilancio di previsione senza alcun aumento della tariffa sull’acqua.