L’avevamo scritto: l’accoppiato ci salverà. E infatti al Mipaaf si sta ragionando sull’aumento della dotazione finanziaria per l’aiuto accoppiato alla risicoltura, allo scopo di compensare almeno in parte i tagli inferti dalla Pac. La notizia è emersa ieri in due tempi. Prima il resoconto dell’intervento del ministro Patuanelli (foto grande) davanti alle Commissioni agricoltura di Camera e Senato (leggi) dove ha svelato i suoi i piani, che prevedono tra l’altro l’abbandono dell’ecoschema biologico, proprio allo scopo di reperire i fondi per finanziare l’aiuto accoppiato alle colture strategiche. Poi la “polpa”, cioè la notizia che sono stati trovati 76 milioni di euro per finanziare l’aiuta accoppiato al riso. (Avviso)
Ma ecco cosa ha detto il ministro: «Per quanto riguarda il settore del riso avevamo lo strumento molto utile degli aiuti accoppiati, che era però destinatario di un importo basso rispetto alla perdita dei pagamenti diretti. In questo senso abbiamo inteso fare uno sforzo che stiamo completando e che anticipo a grandi linee: dobbiamo arrivare al 25% di superficie biologica ed al momento siamo al 16%, quindi abbiano bisogno perciò di fare mantenimento da un lato e conversione dall’altro. Non è possibile utilizzare strumenti diversi per sostenere le stesse progettualità e quindi avremmo dovuto separare nettamente il supporto al bio tra il primo pilastro e il secondo pilastro inserendo nell’eco schema soltanto la conversione e mettendo invece il mantenimento della disponibilità del FESR. Il ragionamento che abbiamo fatto è di mantenere tutto sul secondo pilastro, trasferendo risorse dal primo al secondo pilastro che vanno cofinanziate per un importo complessivo di oltre 1 miliardo per la conversione. In questo modo liberiamo così un pezzo di eco schemi, e riusciamo ad inserire così nella parte degli eco schemi un doppio sostegno all’olio d’oliva con un’eco schema doppio: uno riguarda l’inerbimento delle culture permanenti arboree e uno che riguarda l’aspetto più paesaggistico degli impianti ad olio che hanno una densità arborea al di sotto di una cifra che tiene dentro la Puglia, la Calabria la Liguria e altre regioni, mantenendo però sull’accoppiato solo la progettualità che riguarda l’olio DOP, in modo da liberare risorse sugli accoppiati». (Avviso)
In altre parole, si finanzia la conversione delle aziende biologiche attraverso i piani di sviluppo rurale (semine 2022, pensarci ora!), quindi quella partita transiterà dalla Pac alle Regioni, con il corollario di incertezza che conosciamo e che abbiamo più volte denunciato sul fatto che poche aziende agricole accedono alle misure per il metodo biologico messe a bando dalle amministrazioni regionali. In parallelo si «liberano risorse» per gli aiuti accoppiati. Secondo ciò che è emerso ieri (il ministro ne ha parlato anche all’Assemblea di Coldiretti), al riso arriverebbero così 76,7 milioni di euro che, in base alle attuali superfici coltivate, porterebbero l’aiuto accoppiato attuale – che è di 149 euro a ettaro – a 340 euro ad ettaro. Questi soldi andrebbero ad aggiungersi ai soldi della Pac, che, dopo il taglio dei titoli e del greening, passerebbero da una media di 722 a 159 euro a ettaro in caso di flat rate e a 255 euro ad ettaro (leggi) nel caso in cui fosse applicata la convergenza 85%. Le due ipotesi relative alla Pac dividono ancora i sindacati agricoli: chi rappresenta le piccole imprese preferisce il flat rate mentre chi rappresenta quelle più grandi insiste per la convergenza 85%.