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SPAGNOLI CONTRO IL RIPRISTINO DELLA NATURA

da | 23 Giu 2024 | Internazionale

Ripristino della natura Luigi Pirovano

Rispristino della natura ancora sotto la lente di ingrandimento. I risicoltori spagnoli, ed in particolare  L’Associazione Valenciana degli Agricoltori, non si rassegna e chiede di contrastare la legge sul ripristino della natura, approvata in via definitiva il 17 giugno scorso dai ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea.Va ricordato che il ministro austriaco ha votato contro i criteri del suo cancelliere, che minaccia di impugnare la decisione davanti alla Corte di Giustizia dell’UE. Questo voto ha sollevato ancora una volta un’ondata di indignazione nel settore agricolo europeo, che non è stato preso in considerazione nella stesura di questo regolamento nonostante le molteplici proteste degli ultimi anni. LEGGI LO SPECIALE DI RISO ITALIANO SUL RIPRISTINO DELLA NATURA QUI.

UN’AGRICOLTURA MORTA DAL RIPRISTINO DELLA NATURA?

L’Associazione Valenciana respinge ancora una volta il testo della legge e risponde alle dichiarazioni del Ministro spagnolo della Transizione ecologica e della sfida demografica, Teresa Ribera:  «Non c’è ambiente con un’agricoltura morta, né sicurezza alimentare con una redditività degradata. La principale minaccia per gli agricoltori è la mancanza di sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle aziende agricole», ha dichiarato il presidente di Ava Asaja Cristóbal Aguado.

In risposta alle parole di Ribera, che ha descritto l’elaborazione della Lrn come un “film dell’orrore”, Aguado ha replicato:  «Il vero film dell’orrore è questo nuovo regolamento del Patto Verde Europeo che aggiungerà sempre più restrizioni solo agli agricoltori europei, mentre la stessa Ue incoraggia la concorrenza sleale dei Paesi terzi non richiedendo le stesse limitazioni».

LA DENUNCIA DEL LEADER AGRARIO

Il leader agrario ha denunciato: «Mentre l’UE difende il settore automobilistico con i dazi sulla Cina, che saranno pagati dai soliti noti, soffoca gli agricoltori europei e ci pugnala alle spalle di nuovo. Questa legge rischia di raddoppiare la superficie delle aree scure nell’agricoltura mediterranea, di provocare incendi più estesi e di spopolare ulteriormente le campagne. Alla fine tutti vorranno lavorare per il governo, vedremo se sarà in grado di generare tanta economia per pagare i loro stipendi».

AMBIENTALISMO RADICALE

Aguado ha concluso come sia  deplorevole che i politici ideologici dell’ambientalismo radicale non vogliano accettare i risultati delle elezioni europee. Elezioni che hanno voltato loro le spalle. I cittadini, ha ricordato Aguado, vogliono altre politiche. Politiche che aiutino davvero l’agricoltura a preservare la terra e a rendere il carrello della spesa più economico.

Il sindacato agricolo chiederà alla sua organizzazione nazionale Asaja e al Copa-Cogeca, la federazione ombrello delle principali organizzazioni e cooperative agricole dell’Unione Europea, di continuare a lavorare a tutti i livelli per porre fine a questo ciclo europeo anti-agricolo che danneggia sia i produttori che i consumatori.

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