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SPAGNOLI ASSETATISSIMI

Andalusia

Non tardano a farsi sentire le prime reazioni alla consultazione pubblica sui nutrienti: il quotidiano online Abc, ha raccolto le voci del settore agricolo spagnolo, piuttosto critiche.

PIANO D’AZIONE

«Il 3 giugno la Commissione avvia una consultazione pubblica su un Piano d’azione per la gestione integrata dei nutrienti. Il Piano d’azione, annunciato nelle strategie Ue e Farm to Fork, aiuterà le regioni di Senia, Bahia, Bomba, Guadiamar, Puntal o Thaibonnet. Questi sono tutti nomi di specie di riso coltivate in Spagna e che hanno raggiunto 667.175 tonnellate su oltre 86.000 ettari di territorio nazionale nel 2021, secondo le Cooperative Agroalimentari spagnole. Questo cereale cresce soprattutto nelle paludi del Guadalquivir (Andalusia) e anche in Estremadura.

IL FLAGELLO SICCITA’

Tuttavia, nel 2022, sulle tavole spagnole so registreranno difficoltà ad avere chicchi di riso locali. La siccità idrologica che la Spagna sta vivendo nella prima metà dell’anno si fa sentire nei campi.
I bacini idrici del Paese sono al 48,7% della loro capacità totale, venti punti percentuali al di sotto della media dell’ultimo decennio. La mancanza d’acqua nei serbatoi si riflette nei bacini del sud della penisola e sta già causando restrizioni in Andalusia e in Estremadura.Precisamente, la quantità di acqua immagazzinata nei serbatoi di queste due regioni è pari al 36% e al 39%, il dato più basso di tutto il Paese, insieme alla Regione di Murcia. Questo problema lascia il segno sui contadini che quest’anno dovranno lasciare incolte le loro terre a causa della mancanza d’acqua.
In totale, 43.000 ettari o, in altre parole, il 50% delle coltivazioni di riso spagnole sono appese a un filo a causa della mancanza della risorsa idrica per l’irrigazione.

ACQUA E RISO

Per produrre un chilo di riso occorrono 5.000 litri d’acqua, l’equivalente del consumo medio mensile di una famiglia, secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica. La mancanza di questa risorsa e le restrizioni imposte agli agricoltori, secondo il settore, faranno sì che tre quarti delle coltivazioni di riso nel sud del Paese rimarranno inutilizzate. Ciò significa che nel 2022, con i dati dello scorso anno, l’Estremadura e l’Andalusia produrrebbero solo 90.265,5 tonnellate delle oltre 360.000 tonnellate raccolte nei dodici mesi del 2021.

PROSPETTIVA DESOLANTE

Una prospettiva desolante a cui si aggiungono calcoli che non danno le cifre per arrivare a fine mese. «Siamo di fronte a una situazione molto grave che minaccia il reddito dei produttori», avverte la portavoce per l’Agricoltura del Gruppo Parlamentare Popolare dell’Estremadura, Mercedes Morán.

Gli agricoltori della regione sono d’accordo: «Sarà un anno molto difficile sia per gli agricoltori, sia per l’industria del riso. E questo ha un impatto molto importante», insiste Félix Liviano, presidente dell’Ente Risi dell’Estremadura.

Il settore chiede soluzioni per alleviare, ad esempio, la situazione di carenza idrica. L’organizzazione agricola Upa (Unión de Pequeños Agricultores – Unione dei piccoli agricoltori) stima che le sole colture di pomodoro, mais e riso genereranno perdite di reddito per 112 milioni di euro per i produttori dell’Estremadura. «È in gioco una grande ricchezza», rivela Liviano».

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