Scriveva il medico e naturalista toscano Giovanni Targioni Tozzetti nel 1765 che «l’ordine antico delle stagioni pare che vada pervertendosi, e qui in Italia è voce comune, che i mezzi tempi non sono più». (Giovanni Targioni Tozzetti, 1767. Cronica meteorologica della Toscana per il tratto degli ultimi sei Secoli relativa principalmente all’Agricoltura (AlimurIIIgia, pt.)) Non ci si venga però a raccontare che quest’anno le mezze stagioni non ci sono state: infatti una lunga primavera ci sta accompagnando da alcuni mesi e nelle stesse carte previste non si intravvede ancora l’affermarsi dei promontori anticiclonici subtropicali da ovest o sudovest che per il meteorologo sono sintomo dell’approssimarsi di condizioni meteorologiche estive.
In complesso il mese di maggio si è contraddistinto per condizioni di variabilità tipicamente primaverili con passaggi di perturbazioni relativamente frequenti (sul settentrione in totale ne sono transitate sei) che si sono tradotti in una piovosità da buona ad abbondate. La variabilità primaverile è attestata dalla carta dell’anomalia del livello di pressione di 850 hPa (si veda la figura in basso: anomalia del campo della pressione al suolo; dal giallo al rosso sono indicate le anomalie positive e in blu quelle negative; in bianco le zone caratterizzate da pressione mediamente nella norma) che mostra un nucleo di anomalia positiva sulla Russia ove hanno dominato condizioni di tempo anticiclonico. Fra il vicino Atlantico e il Mar Nero si evidenzia invece una cintura di anomalia negativa (fascia in azzurro o blu) che interessa anche la nostra area e che indica il tracciato seguito dalle perturbazioni atlantiche e dai minimi mediterranei che da queste si sono formati.
Le temperature del mese di maggio (tabelle 1 e 2) sono state inferiori alla norma per valori compresi fra -1 e -3°C sia nei massimi sia nei minimi, con anomalie più spiccate nella seconda decade (tabella 1: temperature e precipitazioni medie del mese di maggio 2016 per l’Italia nel suo complesso e per le tre subaree del Nord, del Centro e del Sud [elaborazioni dell’autore su dati NOAA – Gsod]. Tabella 2: anomalie delle temperature e precipitazioni medie del mese di maggio 2016 per l’Italia nel suo complesso e per le tre subaree del Nord, del Centro e del Sud [elaborazioni dell’autore su dati NOAA – Gsod]). A ciò si è aggiunto un numero rilevante di giorni di pioggia (14 a Milano, 11 a Torino, 10 a Verona e Novara) il che attesta il persistere di una rilevante copertura nuvolosa che si è tradotta in livelli di radiazione solare globale inferiori alla norma. Si noti anche dalla tabella 3, che pubblichiamo al termine dell’articolo (dove trovate, ordinati a partire dal più piovoso, i 20 mesi di maggio più ricchi di precipitazione presenti nella serie storica di Milano relativa al periodo 1763-2016. Il maggio 2016 si colloca all’11° posto fra i più piovosi superato ad esempio da due annate recenti come il 1984 (anno più piovoso in assoluto), il 1975 e il 2002 [i dati dal 1763 al 2000 sono dello storico osservatorio di Milano Brera mentre quelli dal 2001 al 2016 sono frutto di misure meteorologiche condotte dell’autore a Milano]) che il valore di pioggia registrato a Milano (215 millimetri misurati dall’autore) si colloca all’11° posto fra i più piovosi della serie storica della città che ha inizio nel 1763.
Riflessi sulla campagna risicola
Il riso da cereale subtropicale non risente positivamente delle temperature inferiori alla norma e dei bassi livelli di radiazione solare globale registrati ad iniziare da fine aprile e che si traducono in una crescita rallentata, il che può fra l’altro rende la pianta meno competitiva rispetto a malerbe meno termofile. Le colture avranno tuttavia modo di rifarsi nelle prossime settimane, sempre che l’estate abbia davvero intenzione di arrivare, del che personalmente non dubito. In ogni caso il decorso meteorologico del mese di maggio ha consentito di completare le semine con regolarità e non si segnalano significativi casi di colture da riseminare. Nelle semine a file interrate si sono osservati, in corrispondenza di consistenti precipitazioni ed in particolare su terreni con limitato potere drenante, alcuni fenomeni di fitotossicità da erbicidi residuali di pre-emergenza che si sono tradotti in eziolature (sbiancamenti delle foglie) più o meno marcate e diffuse e che dovrebbero presentare carattere transitorio. L’andamento delle precipitazioni sta al momento consentendo di effettuare con relativa regolarità la sommersione delle risaie seminate in asciutta (che nella corrente campagna appaiono nettamente prevalenti su quelle tradizionali in acqua). Per contro la piovosità che ha caratterizzato l’ultima settimana di maggio ha interrotto l’esecuzione dei trattamenti erbicidi di post-emergenza. Tale ritardo, accompagnatosi al relativo abbassamento termico, è fonte di qualche preoccupazione per l’esito dei prossimi trattamenti, in particolare a carico dei giavoni che nelle condizioni meteorologiche in atto risultano spesso di più difficile controllo. Autore: Luigi Mariani, Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura e Università degli Studi di Milano – Disaa (si ringrazia il dottor Flavio Barozzi per gli aggiornamenti sullo stato agronomico delle colture)