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«SOLUZIONE VICINA PER IL TRICICLAZOLO» (ESCLUSIVO)

da | 9 Gen 2017 | NEWS

riso straniero

Per il ministero della Salute italiano il triciclazolo non è tossico, ma l’Unione europea lo vieterà ugualmente e per registrarlo nuovamente saranno necessari tre anni. Il risone raccolto fino al 2016 dovrà essere commercializzato e consumato. L’industria risiera non sta lavorando per “salvare” il Basmati, a scapito del prodotto europeo. Il ribasso dei prezzi in atto non dipende dal caso triciclazolo ma dal surplus di japonica… Sono le risposte che ha dato il presidente dell’Associazione delle industrie risiere italiane (Airi) Mario Francese (foto piccola) a Risoitaliano.eu in quest’intervista esclusiva.

1) Presidente Francese, si sentono dire tante cose sulla strategia degli industriali risieri nella vicenda del triciclazolo: ci spiega cosa pensate realmente del divieto europeo di utilizzare questo fungicida?

Le autorità sanitarie europee e italiane sono competenti per decidere se una sostanza presenta o meno rischi per il consumatore. In mancanza di sufficienti garanzie di sicurezza che devono essere prodotte dalla società produttrice un fitofarmaco deve essere bandito. Queste garanzie esistevano fino al 2016 ed è conseguentemente necessario che il prodotto legalmente ottenuto utilizzando il triciclazolo debba poter essere immesso al consumo.

2) E’ vero che siete preoccupati per le importazioni di Basmati?

Di che cosa dovremmo preoccuparci?

3) E’ vero che in queste ore tirate sul prezzo dei risi da interno con il pretesto che potrebbero aver superato il LMR 0,01 che Bruxelles introdurrà da quest’anno?

Il problema triciclazolo, peraltro in via di soluzione, non influenza i prezzi, che sono come sempre influenzati dall’equilibrio tra domanda e offerta, vedi in particolare l’eccesso di offerta di alcune varietà di tipo japonica la cui domanda è rigida.

5) Allo stato attuale, l’Europa, cosa ha deciso esattamente e cosa succederà nei prossimi giorni?

La Commissione Europea sembra si sia resa conto che occorre avere una norma che, pur vietando l’utilizzo del principio attivo triciclazolo, consenta comunque l’immissione al consumo di tutto il prodotto legalmente ottenuto utilizzando tale fungicida.

6) Quali azioni di lobbying state portando avanti?

Airi sta lavorando perché la Commissione vari un provvedimento chiaro, che consenta con certezza l’immissione al consumo del riso prodotto utilizzando legalmente il principio attivo triciclazolo.

7) Chi rema a favore del riso europeo e chi contro?

Nessuno rema contro il riso europeo. Se usciamo dal problema triciclazolo, utile ricordare che nell’ambito della strategia di una globalizzazione non sempre regolamentata adeguatamente, il riso viene utilizzato con superficialità come prodotto di scambio. I paesi leader di questa strategia sono il Regno Unito e la Germania, mi auguro che con la Brexit la strategia sul commercio globale venga gestita da regole che evitino di danneggiare interi comparti dell’economia dell’Unione.

9) E’ vero che esiste uno studio secondo cui il triciclazolo non è cancerogeno (e quindi che permetterebbe di rivedere il veto)?

Il Ministero della salute italiano ha valutato che il triciclazolo non è tossico e quindi ne avrebbe approvato l’utilizzo. La Commissione Europea l’ha bocciato perché EFSA ha ritenuto non sufficientemente aggiornate le garanzie di non tossicità e quindi ha chiesto alla società produttrice ulteriori elementi che garantiscano la non tossicità per il consumatore. Per produrre queste ulteriori garanzie la società produttrice ha bisogno di 2-3 anni. Autore: Paolo Viana

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