L’impianto di bioetanolo di Crescentino (Vercelli) sarà convertito interamente alla produzione di bioetanolo dalla paglia di riso. Lo apprendiamo dalla lettura de La Nuova Periferia, un giornale di Chivasso, che sta seguendo la vertenza in corso tra l’azienda e i sindacati. L’arrivo degli ammortizzatori sociali – da metà maggioo ad agosto – permetterà di tamponare la situazione ma c’è preoccupazione tra i lavoratori e perciò si è discusso della vicenda al consiglio comunale di Crescentino il 10 aprile. Si è appreso così che a numerosi lavoratori non sono stati rinnovati, alla fine di marzo, i contratti interinali alla Ibp del gruppo Mossi & Ghisolfi. Chiamati a spiegare cosa succederà, l’amministratore delegato Stefano Ciparelli, la manager tecnica Barbara Grospietro e il consulente Ettore Bonaldi hanno detto che «La nostra intenzione non è sicuramente quella di chiudere l’impianto. Anzi, nei prossimi mesi si avvierà una sua implementazione per permettere l’uso della paglia di riso per produrre bioetanolo riducendo così i costi. Questo ci porterà a sospendere la produzione da maggio ad agosto per poter effettuare la riconversione necessaria. Questo porterebbe ad una riduzione di spese per le materie prime e ci garantirebbe anche di riassorbire questi giovani che possiedono una professionalità, dopo due anni di lavoro, estremamente importante e soprattutto unica al mondo». Presente anche il consigliere regionale Giovanni Corgnati che sta promuovendo un tavolo di confronto, non solo con gli amministratori e la società ma anche con le associazioni di categoria che dovranno concedere la paglia di riso necessaria per far funzionare lo stabilimento, un nodo importante e anche da sciogliere. Secondo il consigliere Gian Maria Mosca, infatti, «se si spera di reperire a poca distanza migliaia di tonnellate di paglia di riso su un’estensione di 20 mila ettari, purtroppo si tratta di una fantasia irrealizzabile». Anche i sindacati sono scettici, proprio perché in questi anni non si è mai riusciti a far quadrare i conti sulla raccolta della paglia di riso. In realtà, il problema non riguarda solo la paglia di riso: secondo il sindacato «l’azienda si trova in difficoltà a reperire la materia prima per questo motivo si rende necessaria la riconversione dell’impianto a paglia di riso – spiega al giornale il rappresentante sindacale Cgil Saverio Gasparini – L’azienda, proprio perché durante questo periodo non è necessaria tutta la forza lavoro presente al momento, ha richiesto per la totalità dei lavoratori la Cassa integrazione. Sono ottanta lavoratori che inglobano coloro che sono assunti dall’azienda Mossi&Ghisolfi a tempo indeterminato. Saranno invece le agenzie interinali a chiedere degli ammortizzatori sociali per quei dipendenti che prestano la propria opera e il cui contratto andrà in scadenza ad ottobre, novembre e dicembre. Periodo, quest’ultimo, durante il quale l’impianto sarà già tornato in funzione. Infatti, per la riconversione è previsto uno stop da metà maggio sino, al massimo, a metà agosto. Mesi durante i quali andranno in scadenza circa una decina di contratti interinali che non vedranno così l’immediato rinnovo. Anche loro, saranno “parche ggiati” termine che usa l’azienda in attesa di conoscere le future esigenze dell’impianto che in questo periodo ha ottenuto delle migliorie. Confidiamo nell’azienda che ha più volte sottolineato l’importanza di questa forza lavoro qualificata e ci auguriamo che quanto prima riesca anche a reperire la materia prima così da far ripartire la produzione». (10.05.2015)
«GIU’ LE MANI DA EST SESIA»
Confagricoltura: delibere di Regione Piemonte e Regione Lombardia che portano al Commissariamento di Est Sesia inopportune