SOLDI PER LA SOMMERSIONE NEI PSR
Le Regioni Piemonte e Lombardia finanzieranno la semina in sommersione e la sommersione invernale, per far salire la falda ed evitare i toni tragici della siccità di quest’anno, contribuendo alle irrigazioni con la risorsa idrica custodita nel sottosuolo. Lo ha rivelato il direttore generale dell’Ente Nazionale Risi Roberto Magnaghi durante la tavola rotonda organizzata dal CREA all’Open Day con cui sono state presentate le prove varietali: «la superficie è calata del 4% ma non per la siccità, è stata una scelta legata ai costi dei fertilizzanti e dalla speranza di guadagnare di più con il mais e il girasole. Il primo invito che faccio è: abbiamo un mercato e con le nostre forze rimpossessiamoci di quel mercato. Non possiamo aspettare che gli altri risolvano i problemi irrigui. Dove è possibile e per chi lo può fare bisogna tornare alla semina in sommersione e alla sommersione invernale e per questo le regioni Piemonte e Lombardia erogheranno aiuti specifici, oltre a quello dei fossetti. Abbiamo anche riunito i consorzi Ovest Sesia, Est Sesia e Baraggia e ci siamo assicurati che siano disponibili a sostenere la sommersione invernale e la semina in sommersione dal 2023» ha spiegato Magnaghi. Del resto, ha aggiunto, «abbiamo scritto al Mipaaf che non siamo d’accordo a legare l’aiuto accoppiato e agli accordi di filiera perchè siamo convinti che la risicoltura abbia altri valori per cui vada tutelata: abbiamo una funzione agroambientale rilevante nel gestire il ciclo dell’acqua». Poco prima, il presidente dell’Airi Mario Francese aveva ricordato che il riso sta attraendo nuovi consumatori e l’industria risiera italiana è leader in Europa (tant’è che gli italiani Preve e Francese sono presidente e vicepresidente della federazione dell’industria risiera europea). «Il trend della prossima campagna – ha detto – è condizionato dall’inflazione, legata ai costi energetici e all’aumento che interessa l’agroalimentare. Quest’ultimo comporta che i consumatori cerchino prodotti più convenienti». Su questo punto ha aggiunto: «Sicuramente subiremo gli effetti della siccità sul prossimo raccolto. La risaia è scesa di novemila ettari e sappiamo che la siccità ha interessato una parte del territorio lomellino e pavese, che contano 90mila ettari nel complesso». Gli effetti «si abbatteranno su varietà tradizionali come Carnaroli e Arborio ma l’offerta dovrà stare attenta a non perdere consumatori» ha detto, invitando implicitamente i risicoltori a non premere sull’acceleratore dei prezzi, perchè si rischia di restare tutti a bocca asciutta. Alla tavola rotonda hanno partecipato anche i rappresentanti di Assosementi «il seme si produce nelle risaie e quindi abbiamo vissuto e stiamo vivendo le preoccupazioni che vivono i risicoltori» ha detto Carlo Minoia) e Asseme («può succedere che l’andamento climatico provochi un incremento nella richiesta di seme certificato» ha detto Massimo Bertone). (Nella foto grande, Paolo Viana che ha moderato l’incontro, Roberto Magnaghi, Carlo Minoia e Massimo Bertone).
L’ANALISI DI MARIANI E BAROZZI
Ha aperto la tavola rotonda l’agrometeorologo Luigi Mariani, secondo il quale il 2022 è paragonabile solo al terribile 1922, noto per l’incredibile siccità, e questa situazione va ricondotta a un’anomalia della circolazione atlantica, che peraltro ha colpito più l’area centroeuropea, e quindi il Nord Italia. «Il sud ha subito il 10% di stress idrico e il Nord il 28» ha spiegato, caldeggiando interventi sulle infrastrutture irrigue. Argomentazioni confermate dall’agronomo Flavio Barozzi, secondo cui l’impatto della siccità sulla risaia italiana «è molto variegato, perchè dipende anche dalla natura dei terreni e da altri fattori». Bisogna avere «una visione sistemica» per superare questa situazione, ha insistito. Scarica le slide:
Mariani 2022 Siccita – Vercelli
I CONSIGLI DI FERRERO
Le condizioni di carenza idrica avvantaggiano le infestanti. Parola di Aldo Ferrero, che di riso se ne intende. Il docente universitario a Vercelli ha sottolineato questo dato («il riso crodo accestisce di più in condizioni di carenza idrica» e «le ciperacee hanno capacità elevate di resilienza»), rilevando che i diserbanti risultano meno efficaci perchè le malerbe modificano la loro fisiologia per superare lo stress idrico. L’esperto ha consigliato agli agricoltori di aumentare l’accumulo di acqua nel terreno; ricorrere alla sommersione invernale; all’aratura o a una minima lavorazione in primavera; usare le cover crops; fare una semina anticipata di una varietà a ciclo breve; livellare bene il terreno; intasare il terreno ove possibile; concimare adeguatamente perchè esiste una correlazione dell’utilizzo dell’azoto e dell’acqua nella pianta.
LE PROVE VARIETALI
Infine vediamo cosa presenta quest’anno la rete prove parietali organizzata dal CREA, il secondo della ripresa, come ha sottolineato il direttore dell’Istituto, Nicola Pecchioni. Le prove sono state gestite in due campi sperimentali con parcelle da 40 mq in blocchi randomizzati a 4 ripetizioni. Nel blocco adiacente alla strada statale potrete vedere varietà a ciclo precoce adatte a semine tardive. A fronte di 4 varietà testimone (CRLB1, Dardo, Loto e Selenio) vengono provate le varietà BSIN19, Duilio, Misaki e Riond. Nel blocco sul retro dell’edificio sono testate le varietà a ciclo medio o “di stagione” BST2, Cartesio, Castigliano, Leonardo, Velox e Volta, messe a confronto con i testimoni Caravaggio, Centauro e Volano.
Da sinistra, Ferrero, Mariani, Barozzi, Francese e Pecchioni
Visita alle prove