Il Consiglio settoriale del riso delle cooperative agroalimentari della Spagna stima che la produzione nazionale di riso raggiungerà le 825.741 tonnellate nella stagione 2018/19, il 3,6% in più rispetto al raccolto precedente. La produzione totale è suddivisa in 489.165 (40,7%) t di riso Japónica e 336,576 t (59,3%) di Indica.
Aumentano tutti, soffre l’Aragona
In questa campagna v’è un aumento della produzione in tutte le regioni autonome, tranne che in Aragona, dove si registra una riduzione dell’8,79% e in Navarra, dove si prevede un calo del 14,03%; nel caso della Navarra, a ridursi non sarà solo la superficie, ma anche le rese. L’Andalusia si conferma il principale produttore con 350.000 tonnellate, l’Estremadura con 151.915 tonnellate, la Catalogna con 151.723 tonnellate e la Comunità Valenciana con 121.275 tonnellate.
Buone rese
Come ha evidenziato e il presidente della cooperativa di settore, Felix Liviano, i rendimenti sul campo sono buoni, nonostante alcune complicanze climatiche e l’incidenza di parassiti e malattie. La perdita di superficie, pari a poco più di 3 mila ettari, riflette una diminuzione della media dei tre e degli ultimi 5 anni, rispettivamente del 3% e del 2,7%.
Ansia per la superficie
La Spagna è il secondo produttore di riso dell’Unione Europea dietro l’Italia, e la riduzione della superficie e, in prospettiva, della produzione, presenta una situazione che è necessario analizzare con attenzione, secondo Liviano. La Spagna è un esportatore (nella UE) di riso Índica (oltre 240.000 t), mentre le sue importazioni sono un terzo in meno delle esportazioni.
Equilibrio fragile
Una diminuzione della produzione potrebbe alterare l’equilibrio e, insieme all’enorme concorrenza con i paesi che impongono il riso di tipo Indica nell’UE, potrebbe rompere l’equilibrio che ha finora prevalso tra le produzioni di riso di tipo Indica e Japonica, puntando verso un’area più ampia di riso di tipo Japonica e la destabilizzazione del mercato di questa tipologia.
Sindrome italiana
Per Felix Liviano, questa situazione di mercato, insieme alla disorganizzazione e all’atomizzazione commerciale della fornitura di riso spagnolo, potrebbe scoraggiare la produzione. Situazione indesiderata, perché in Spagna il riso si trova in aree con salinità più elevata e importanti restrizioni ambientali, come i delta e le paludi che appartengono o sono vicini ai parchi naturali, e con terreni che rispondono a problemi di ristagno. Queste singolarità, sottolinea Liviano, fanno sì che questa debba essere considerata una coltura sensibile, e dunque e per evitare la perdita della superficie, necessiti di contributi della Pac.