Su tutto il territorio lomellino e pavese la scarsità d’acqua, che ha determinato riduzioni tra l’85 % e il 100 % sta causando le prime perdite totali di raccolto.
EFFETTI SU TUTTE LE COLTURE DELL’AREALE PADANO
Mais trinciati pur di salvare un poco di produzione oppure in fecondazione molto anticipata con la pianta non
ancora formata, risaie totalmente compromesse, ripercussioni sulla filiera zootecnica, risicola ed energetica sono elementi purtroppo certi come le scarse produzioni di frumento anche nell’areale oltrepadano. Altro dato ormai certo è come gli effetti della siccità colpiscano soprattutto l’areale pavese e lomellina più che i contesti novarese, vercellese e milanese.
PIU’ DIFFICOLTA’ IN LOMELLINA
Pur se asserviti alle stesse derivazioni irrigue, le portate che affluiscono alle reti irrigue lomelline e pavesi sono
probabilmente più esigue di quanto disponibile a monte e, se si considera il rallentamento nella ricarica della falda con inevitabili effetti su risorgive e colature, si determina un contesto di ulteriore ed aggravata emergenza.
Per altro sia Est Sesia che Villoresi sono asserviti a bacini idrologici piemontesi, valdostani ed elvetici. In tutti questi contesti, a differenza di quanto accade sull’Adda in ambito lombardo, non sono attivi protocolli coordinati di rilascio da parte dei gestori idroelettrici. Per altro i rilasci idroelettrici, da una prima lettura che verrà approfondita nei prossimi giorni, appaiono soprattutto collegati alla domanda elettrica, per altro in modo legittimo ed atteso in condizioni ordinarie.
IL COEFFICIENTE PROPOSTO DA CONFAGRICOLTURA PAVIA
In particolare, come Confagricoltura Pavia, si è proposta l’applicazione di un coefficiente per meglio bilanciare la distribuzione delle esigue risorse disponibili sia tra Consorzi che all’interno del Consorzio dando un peso maggiore alle utenze di valle rispetto a quelle di monte, ai soli fini del riparto, così da attenuare gli effetti delle perdite distribuite in logica solidaristica e consortile ed evitare gli andamenti di smorzamento armonico che nelle scorse settimane hanno causato giorni e giorni di disattivazione di numerosi canali. Non si deve innescare la lotta dei territori ma occorre leggere tutti i dati che, in modo totalmente sconosciuto, si stanno presentando in questa siccità epocale.
PIOGGE SPORADICHE E STIMA DEI DANNI
Le piogge di questi giorni hanno determinato temporanei aumenti di disponibilità e parziale sollievo ai raccolti ma si tratta di un episodio che non ha cambiato le tendenze complessive.
Se non usiamo ora la risorsa compromettiamo quasi sicuramente i raccolti, per cui quanto risparmiato poi non servirà più. Cominciamo a salvare i raccolti con un equo riparto complessivo prioritariamente agricolo, fatte salve solo le esigenze idropotabili, e proviamo ad arrivare al termine della prima decade di luglio, poi organizzeremo le azioni successive in funzione dello scenario che si presenterà.
Intanto stanno proseguendo la raccolta dei danni conclamati, invitiamo le aziende Associate a contattare gli uffici di Zona per una prima mappatura dei danni, azione interlocutoria ma utile per mappare l’attuale catastrofico andamento.
ACCUMULO NEVOSO
Si è analizzata la situazione dell’accumulo nevoso al 30 giugno dell’ultimo quindicennio a diverse quote comprese tra 1300 e 2800 mslm, sul massiccio del Monte Rosa solo per palesare ulteriormente l’eccezionalità di questa annata in quanto gli accumuli sono già tutti compromessi da oltre 30 giorni.
I grafici e le linee di tendenza evidenziano l’attuale totale compromissione dell’accumulo nevoso. Situazione analoga si è verificata sia nel 2011 e nel 2017 ma allora, ad esempio, il lago Maggiore era a 90,5 cm nel 2011 e 112.5 cm nel 2017. Questo dato conferma l’eccezionalità della situazione in atto letta nella sua complessità.
In una scala di allarme da 0 a 5, dove 5 rappresenta la massima allerta, l’attuale scarsità di accumulo nevoso
può essere sicuramente classificata con un valore 5, il massimo.
RISERVA NEI LAGHI
Analizziamo la situazione del lago Maggiore, dove tutti gli indicatori evidenziano una situazione, anche qui, assolutamente eccezionale nella sua drammaticità.
Le piogge delle scorse settimane, pur se collegate ad eventi sporadici, hanno determinato un piccolo incremento della disponibilità che ora costituisce un elemento fondamentale per arrivare alla fine della prima decade di luglio.
Attualmente le derivazioni sono ridotte di circa il 50 % rispetto al dato dello scorso anno a pari data. Questa
riduzione, che ha determinato turnazioni, ha riflessi inevitabilmente ben superiori sulle utenze finali.
In una scala di allarme da 0 a 5, dove 5 rappresenta la massima allerta, l’attuale livello idrometrico, se valutato insieme alla scarsità di accumulo nevoso valutato il periodo, determina un’allerta 5.
SITUAZIONE FALDA
Confagricoltura Pavia prosegue nel monitoraggio quotidiano della falda in una sezione rappresentativa al termine della pianura risicola irrigua in prossimità del salto di terrazzo della valle del Po, in corrispondenza della confluenza del Sesia a Sartirana Lomellina.
Negli ultimi giorni l’incremento della falda presenta un chiaro segno di flessione rispetto all’andamento in essere fino alla scorsa settimana. Tale fatto è sicuramente dovuto alla scarsità di risorsa irrigua disponibile ma avrà inevitabili conseguenze negative su fontanili e colature.
Qualora tale andamento non dovesse invertirsi e tornare a crescere in modo importante, si rischiano ripercussioni su falda, fontanili e risorgive anche nel 2023. Diventa quindi necessario pianificare fin da ora iniziative straordinarie di ricarica della falda nel corso della prossima stagione jemale. Nel grafico si può vedere come l’andamento più depresso e lento del 2022 rispetto al 2021.
SCALA DI ALLARME IRRIGUO COMPARTO RISICOLO
Combinando gli indici dell’ipotetica scala di allarme derivanti da accumulo nevoso, invasi lacuali e falda, si ottiene un fattore 15 su un massimo di 15. Un indice di allarme assoluto (Autore Alberto Lasagna, Confagricoltura Pavia).