Dovremmo essere abituati a questi scenari. Il problema del dissesto idrogeologico è una realtà italiana. Si parla di mappe nazionali di pericolosità, di indicatori di rischio, tutti elementi considerati concreti , ma che di concretezza mancano, quando alla fine arriva la piena: reale, tangibile, concreta. Vedere i propri campi sommersi, cancellati dall’acqua, il lavoro compromesso, in certi casi perduto; questo sì, forse è qualcosa cui difficilmente è possibile assuefarsi. Abbiamo perso parte del nostro raccolto, mestiere nostro e dei nostri moltiplicatori che per noi e con noi lavorano.
Abbiamo guardato impotenti quelle immagini aeree più e più volte, ed abbiamo digerito il fatto che queste problematiche esistono e si manifesteranno ancora. Stiamo purtroppo imparando a convivere con questa consapevolezza, ad affacciarci all’idea di resilienza, che letteralmente è la capacità di far fronte alle avversità, senza perdere il coraggio. Forse in questo, nella capacità di reazione, di operosità ed in certi casi di eroismo, l’essere umano diventa più forte di un’ondata di piena e di chi, con omertà, non lavora affinché questi danni vengano contenuti. Autore: Michela Martinotti, Lugano Srl
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