Rallenta la crescita per le vendite della GDO rispetto al periodo di lockdown e alle prime tre settimane di fase 2, mentre sui mercati dei risoni i prezzi appaiono stagnanti e le trattative languono. «Il rallentamento delle vendite è riconducibile a diversi fattori – riporta Nielsen Italia, azienda leader nell’analisi dei dati sui consumatori e mercati – Da una parte, la ripartenza del settore Ho.Re.Ca e, in generale, dei consumi fuori casa incide negativamente sulle performance retail, ma non è l’unica causa della frenata; rispetto allo stesso periodo del 2019 manca infatti anche il contributo positivo che il turismo e le vacanze apportano al settore. In aggiunta, l’accelerazione dei discount sottolinea la crescente esigenza di risparmio delle famiglie con ridotto potere di spesa. A livello di canali distributivi, gli Specialisti Drug si confermano come il format più dinamico nella fase post-lockdown, registrando una crescita del +6,8%. Continuano a crescere a ritmi rilevanti anche i Discount (+3,3%), mentre frenano i Liberi Servizi (-2,4%), il canale di vendita cresciuto maggiormente durante il periodo di lockdown. Anche i Supermercati rallentano fortemente rispetto al periodo di lockdown e inizio fase 2, con vendite in calo del -0,2%, mentre gli Ipermercati restano tendenzialmente stabili rispetto all’andamento di maggio (-0,4%). Si conferma inoltre il trend negativo delle vendite nel format Cash & Carry:-16,9%, anche se in miglioramento rispetto al periodo precedente. Al contrario, il canale eCommerce prosegue la sua ascesa: il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online da lunedì 25 maggio a domenica 28 giugno è di +140,3%». (Hai pensato al brusone?)
Fine campagna
Ma vediamo cosa avviene in parallelo sulle piazze del riso. «Rispetto alla settimana scorsa, possiamo dire che la situazione è immutata dal punto di vista delle quotazioni – sottolinea Alessandro Barberis, mediatore del Vercellese – Ormai è sempre minore la quantità di prodotto ancora disponibile e le quotazioni di listino rispecchiamo una situazione da “fine campagna”, che quest’anno si è raggiunta con un certo anticipo, causa i pregressi aumenti di richieste e prezzi che hanno favorito le vendite»
«Leggermente riprese le trattative dell’Indica a 35€/qle ivati mentre per il Tondo e il Lungo A allo stesso prezzo le trattative sono completamente ferme» aggiunge Andreea Lazar, mediatrice vercellese. Per il Consorzio Vendita Risone Società Cooperativa di Vercelli: «Continua il momento di inappetenza del mercato, difficilissimo collocare gran parte dei gruppi varietali. Sono molto pesanti i tondi generici e il Centauro, mentre c’è qualche richiesta per il Selenio; ancor più pesanti i Tipo Ribe senza acquirenti. I risi da interno rimangono nominalmente valutati ma la richiesta si è assolutamente affievolita». (Hai pensato al brusone?)
Segno negativo
«Settimana caratterizzata da una leggera ripresa degli ordini ma certamente non sufficienti ad invertire la tendenza di un mercato che continua ad avere segno negativo sui prezzi di alcune varietà – spiega Stefano Pezzoni, pubblico mediatore (http://www.reschiriso.it/), analizzando i mercati internazionali – Continua il trend positivo legato alle aspettative di un buon raccolto i Italia e in tutta Europa, soprattutto in Spagna dove gli agricoltori sono molto fiduciosi e le superfici coltivate hanno quasi raggiunto il massimo di estensione. Dal mondo nulla di importante da segnalare che riguardi i rapporti con l’Europa, salvo qualche paese asiatico inizi a mostrare l’interesse di vendere, segno che il lavoro inizia a calare». Secondo l’Associazione Risicoltori Piemontesi (http://www.risicoltori.it/) «in generale, i prezzi di vendita sul risone sono rimasti invariati (prezzo ivato al quintale): Indica a 35; Tondo 35; Lungo A a 35. Sul Lungo A non ci sono richieste di acquisto, mentre c’è un po’ più domanda sul Tondo in particolare sul risone Selenio 37/38, sull’Indica pur non essendoci evidenti richieste è comunque possibile trovare dei compratori. Sul risone da Interno c’è una piccola richiesta di Cammeo a 47-48€/qle. Per quanto riguarda il risone in campo per la prossima campagna: sempre richiesto l’Indica al prezzo di 30€/qle per ritiri al taglio pagamenti a 60 giorni dal ritiro oppure 31 pagamento e ritiro a febbraio 2021 e 32 con pagamento e ritiro a aprile 2021. Centauro in campo 33 per ritiro al taglio e pagamento 60 giorni dal ritiro oppure 35 pagamento e ritiro a febbraio 2021. Per contratti in campo di risone biologico: sembra che ci siano dei contratti a 65€/qle sul risone Tondo Bio». E vediamo con Giovanni Migliavacca, mediatore del milanese, i prezzi mercato per mercato: «I mercati di esportazione: Ribe a 36€/qle; glie Originari a 35€/qle; Selenio a 38€/qle; Lunghi B a 35€/qle; Baldo e similari fermi a 50€/qle con poca richiesta e disponibilità. I mercati di interno: Arborio, Volano e similari stabili a 49€/qle; Carnaroli a 50€/qle e similari a 49€/qle con più richiesta rispetto la settimana precedente; Roma, Barone, S.Andrea e similari stabili a 50€/qle ma finiti; Vialone Nano sempre in crisi a 50€/qle. Per i risoni Bio e i sottoprodotti i prezzi di mercato rimangono invariati rispetto alle settimane precedenti». Autore: Martina Fasani