Una sperimentazione, pubblicata sul n. 7 dell’Informatore Agrario, col titolo “Acqua e riso: valore agronomico ed ambientale a confronto” ha esaminato i diversi metodi di irrigazione delle risaie per valutare il diverso risparmio idrico. A firmarla sono stati E. Miniotti, L. Celi, A.Facchi, D. Sacco, E. Chiaradia, D. Said-Pullicino, C. Bertora, G. Sacchi, C. Gandolfì, D. Tenni, M. Martin, S. Pelissetti, C. Lerda, G. Beltarre e M. Romani. Dallo studio si evince tra l’altro che con la sommersione ritardata si ha un consumo irriguo inferiore di circa il 20% rispetto alla tecnica tradizionale, mentre con la tecnica in asciutta le necessità irrigue calano addirittura del 70%. Un bel risparmio idrico mediante semina interrata in asciutta e sommersione posticipata in 3a-4 a foglia, ed un ancora maggiore risparmio mediante l’irrigazione turnata. Se non che, come ha argomentato l’agronomo vercellese Giuseppe Sarasso (foto piccola), con una lettera alla direzione della rivista di agricoltura, per inquadrare tale risparmio occorre considerare che l’appezzamento sperimentale (1,2 ha) è inserito nel complesso sistema d’irrigazione piemontese-lombardo, gestito dalla Coutenza Canali Cavour costituita dai consorzi Est ed Ovest Sesia, dove si coltiva il 90% del riso italiano (circa 200.000 ha).
Interrompere la sommersione continua con semina in acqua, fin qui praticata nella maggioranza dei casi, ha ricordato Sarasso, significherebbe spostare il periodo di sommersione, che dura 40-50 giorni in Aprile-Maggio, ai mesi di Giugno-Luglio, quando la sola Dora Baltea dispone ancora di portate abbondanti grazie ai ghiacciai della Valle d’Aosta, mentre Po e Sesia vanno inesorabilmente in magra, ed il Ticino ha disponibilità limitate in funzione del livello del Lago Maggiore. In questa stagione, il tempo necessario al completamento della sommersione si dilaterebbe quindi fino a fine Luglio, con ritardi che il riso difficilmente potrebbe tollerare; inoltre si creerebbe competizione con le esigenze irrigue dell’agricoltura posta a valle del comprensorio. Da fine Marzo ai primi di Giugno fluirebbe nell’Adriatico oltre 1 miliardo di metri cubi di risorsa idrica inutilizzata, visto che l’irrigazione delle aree maidicole non è ancora attiva.
Ipotizzando di applicare integralmente la tecnica della semina in asciutta, il periodo di sommersione si sposterebbe ai mesi di Giugno-Luglio, quando la sola Dora Baltea dispone ancora di portate abbondanti grazie ai ghiacciai della Valle d’Aosta, mentre Po e Sesia vanno inesorabilmente in magra, ed il Ticino ha disponibilità limitate in funzione del livello del Lago Maggiore. Per le ridotte disponibilità, il tempo necessario al completamento della sommersione si dilaterebbe quindi a fine Luglio, con ritardi che il riso difficilmente potrebbe tollerare; inoltre si creerebbe competizione con le esigenze irrigue dell’agricoltura posta a valle del comprensorio». Volendo invece praticare l’irrigazione turnata, al di là dei problemi agronomici, la rete attuale non sarebbe idonea, essendo stata costruita in funzione della sommersione continua. Insomma, si fa presto a dire risparmio… (12.03.15)