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SI COLTIVA PIU’ RISO

da | 8 Mar 2007 | Riso in cucina

Le coltivazioni di riso in Italia crescono del 2,6 per cento. Lo rivela Agrisole in distribuzione in questi giorni. Ecco cosa scrive. Le scelte degli agricoltori appaiono in linea con la domanda del mercato, almeno sul piano quantitativo, segnando quell’incremento che era stato invocato dall’industria risiera. Le rilevazioni dall’Ente nazionale risi confermano il trend annunciato dal sondaggio di primavera. Ma mentre allora si parlava di un aumento dell’1,5%, ora per i risoni che saranno raccolti nel prossimo autunno si profila un balzo ben pi— sostenuto. In base ai primi dati raccolti dall’Ente risi, infatti, la superficie totale investita a riso in Italia ammonterebbe a 234.600 ettari. Sono 6mila in pi— del 2006. Di "risposta positiva degli agricoltori alle attese del mercato" parla il presidente dell’Ente risi, Piero Garrione. "Avevamo previsto un aumento contenuto – dice – mentre i dati che arrivano ai nostri uffici, per quanto non definitivi, ci permettono di guardare con maggiore fiducia all’annata risicola". A dare la spinta agli investimenti dei risicoltori sarebbero state le variet… commercializzate sul mercato interno, ossia i risi lunghi A che abitualmente vengono utilizzati nella preparazione del risotto. Risultano in aumento anche i tondi, mentre i risi medi e soprattutto i lunghi B, che sono poi i risi da esportazione, si presentano in netta flessione rispetto al passato. Quanto alla distribuzione territoriale della risaia, va registrato che al maggiore investimento hanno contribuito, proporzionalmente, le province dove si coltiva meno riso, come Novara. La stima, presentata la scorsa settimana al Consiglio di amministrazione dell’Ente risi, dove siedono i rappresentanti della filiera, apre uno scenario problematico per l’equilibrio del mercato del riso italiano. Agrisole dedica un ampio servizio di Paolo Accomo all’analisi del problema.

PROFUMO DI RIALZI

PROFUMO DI RIALZI

Tra i tondi, per Omega gli operatori riferiscono la possibilità sempre più concreta di ottenere remunerazioni maggiori dei 45 €/q lordi

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