Nei giorni scorsi, la ministra Bellanova ha firmato per riformare il Servizio Fitosanitario Nazionale, attuando un poderoso lavoro di riordino di una normativa tecnica complessa e troppo frammentata. La riorganizzazione parte dal ridefinire le responsabilità, competenze, strumenti e personale in dotazione del Servizio Fitosanitario Centrale (SFC) e dei Servizi Fitosanitari Regionali (SFR), tentando di rendere sempre migliore la capacità di risposta del sistema. Ma cosa cambierà nelle regioni del riso?
Piemonte: ora vediamo come applicarla
L’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Marco Protopapa, dichiara che «la riforma de Servizio Fitosanitario Nazionale era un passo obbligato per un’adeguata ed efficace applicazione della nuova normativa europea in materia. La riforma è stata elaborata a livello centrale con la collaborazione dei Servizi Fitosanitari Regionali e il Piemonte ha dato con convinzione il suo contributo. La criticità sarà l’applicazione di questa necessaria riforma che comporta adeguamenti a tutti i livelli, anche da parte della Regione Piemonte, che si impegnerà al massimo per adeguare il proprio Settore Fitosanitario, così da contrastare le emergenze fitosanitarie che preoccupano il nostro territorio e da adeguare i requisiti minimi previsti per le strutture di controllo e dei laboratori presenti in Piemonte».
Questa riforma ha come scopo quello di prevenire e controllare le potenziali minacce ai sistemi produttivi. Infatti, per contrastare le emergenze si prevede l’adozione di un Piano di emergenza nazionale, con procedure e, soprattutto, risorse finanziarie definite da mettere in campo in caso di ritrovamento di focolai di organismi nocivi, come prevede il regolamento (UE) n. 2017/625. Verranno, a tal proposito, rinforzati i controlli, e non solo delle produzioni interne, ma anche delle importazioni.
Lombardia: molte novità
Il Servizio Fitosanitario Regionale della Regione Lombardia, dichiara che «molte sono le novità introdotte dal nuovo regime, tra le principali si ricordano: la riclassificazione degli organismi nocivi da quarantena, la definizione degli organismi nocivi non da quarantena ma regolamentati, la ridefinizione della figura dell’Operatore Professionale, l’attribuzione di maggiori responsabilità per l’Operatore Professionale, la predisposizione di piani di emergenza e di azione per gli organismi nocivi prioritari, la tracciabilità relativa alla movimentazione dei vegetali. Al fine di allineare la attuale norma fitosanitaria rappresentata dal Decreto legislativo n. 214/2005 è stato predisposto dal Servizio fitosanitario nazionale una nuova proposta normativa che è in fase di approvazione.
Le principali novità introdotte dal nuovo testo sono rappresentate dall’attribuzione al Commiato fitosanitario nazionale di potere deliberativo e non più consultivo nonché la definizione di un nuovo modello per la gestione delle emergenze fitosanitarie.” Ponendo l’attenzione sulle risaie, conclude affermando che “relativamente alla coltura del riso, il nuovo regime prevede con il Reg UE 2019/20172 il declassamento del nematode Aphelenchoides besseyi tra gli organismi nocivi regolamentati non da quarantena e non più come organismo nocivo da quarantena. Anche questa nuova classificazione del nematode impone, comunque, la sua assenza dalle sementi commercializzate». Autore: Fabio Roncallo
Se vuoi seguirci sui social, collegati alle nostre pagine Facebook, Instagram, Twitter, Linkedin