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SENZA AZOTO NON SI CRESCE

da | 15 Ott 2016 | NEWS, Prodotti in campo

dow-logo2Senza azoto non si cresce. E’ la legge delle piante. Soprattutto di quelle come il mais, che, per via delle loro grandi dimensioni, necessitano di importanti quantità di questo elemento nutritivo. La produttività del raccolto dipende in gran parte dall’azoto, che aiuta la fertilità dei suoli: non dimentichiamo mai che quelli della pianura padana sono sfruttati da millenni… Com’è noto, l’assimilazione delle sostanze nutritive da parte delle piante avviene in forma minerale: nel caso dell’azoto esso può essere assorbito dalle piante in forma ammoniacale (ione ammonio NH4+, forma prevalente in condizioni di anaerobiosi come quelle che si verificano in colture sommerse) o in forma nitrica (ione nitrato NO3-).

Mentre la forma ammoniacale è chimicamente “stabile” quella nitrica è “instabile” in quanto la carica negativa dello ione nitrato non le consente di legarsi ai colloidi del terreno come avviene per l’azoto ammoniacale, lasciandolo solubile nella soluzione circolante nel suolo. Da qui derivano anche tutte le possibili perdite di azoto nitrico per lisciviazione/dilavamento, con il conseguente rischio di una contaminazione dei corpi idrici sia superficiali (fiumi e corsi d’ acqua) che profondi (falde). Inoltre, l’azoto nitrico può andare incontro a denitrificazione biologica, un processo microbico che si realizza in presenza di tre fattori: disponibilità di azoto nitrico, presenza di sostanza organica metabolizzabile dai microrganismi, temporanea carenza di ossigeno nel suolo, ad esempio per effetto di piogge o di una irrigazione. In questo  caso l’azoto viene perso in atmosfera sotto forma di protossido d’azoto, un gas serra considerato molto più impattante della CO2 (circa 300 volte di più!).

image001Per tutti questi motivi, nell’ambito dei concimi minerali è ormai diffuso l’uso di inibitori della nitrificazione. Più complessa, però, è la gestione di fertilizzanti di origine organica quali reflui zootecnici, biodigestati e borlande: stiamo parlando, come ogni agricoltore sa, di prodotti che vengono distribuiti sul terreno in quantità ragguardevoli, dell’ordine di decine di tonnellate per ettaro e che sono applicati spesso a considerevole distanza dalla semina della coltura successiva; prodotti, dunque, per i quali comunque intercorre un lungo periodo di tempo tra il momento della distribuzione e quello di massimo fabbisogno della coltura.  Per questo può essere estremamente utile “stabilizzare” l’azoto organico contenuto nei fertilizzanti quali reflui zootecnici, digestati e borlande, inibendo la nitrificazione dell’azoto stesso. N-LockTM di Dow AgroSciences è un prodotto a base di Nitrapyrin che interviene direttamente nel ciclo biologico dell’azoto, inibendo il processo di nitrificazione nel suolo, aumentando la disponibilità dell’azoto per la coltura e riducendo sia le perdite per lisciviazione che quelle per denitrificazione. Negli Stati Uniti è già impiegato da tempo, mentre sul mercato italiano costituisce una novità. N-LockTM, utilizzato in concomitanza della concimazione azotata, conserva l’azoto nella sua forma ammoniacale stabile e ritarda la conversione a nitrato, mantenendo pertanto il fertilizzante azotato nella zona radicale della pianta per un periodo tempo prolungato. Il maggiore contenuto di azoto nel terreno a livello della zona radicale si traduce in un miglior utilizzo dello stesso da parte delle piante e in un maggiore potenziale produttivo. In sintesi, con N-LockTM abbiamo più azoto nel suolo e meno nell’ambiente, esaltando la produttività del nostro mais. (Prodotto chimico. Usare il prodotto con precauzione; per relativa composizione e numero di registrazione si rinvia al catalogo dei prodotti o al sito internet del produttore. Usare i prodotti chimici con precauzione. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta, prestando attenzione alle frasi e ai simboli di pericolo e alle informazioni sul prodotto. TM Marchio registrato. Informazione pubblicitaria a cura di Dow AgroSciences)

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