Mercati ancora rialzisti nelle sedute di inizio settimana, con prezzi ufficiali in crescita per Terra e lunghi A generici (leggi l’analisi).
«TONDI MENO PREMIANTI PER I MOLTIPLICATORI»
In questo periodo, ossia in seguito alle sedute di inizio marzo, si definiscono anche i prezzi di vendita della semente. Questi, nella maggior parte dei casi, sono composti dalla media delle quotazioni massime tra novembre e marzo, a cui si aggiunge un premio concordato tra ditta sementiera e risicoltore. Analizziamo insieme ad Ezio Milano, moltiplicatore di semente di Crescentino (VC), le valutazioni ottenute. «Mi ritengo soddisfatto delle quotazioni medie in questa annata, in linea con i valori attuali e massimi registrati da inizio mercato. I prezzi sono oscillati tra gennaio e febbraio ma i valori massimi si sono registrati per la maggior parte delle sedute, influendo maggiormente sul computo medio. Scostamenti più importanti si sono avuti per i tondi, che risultano così meno premianti in questa annata per i sementieri, essendo anche meno richiesti per le prossime semine».
«LA VALUTAZIONE DOVREBBE BASARSI SUL MASSIMO»
«Come più volte sostenuto da esponenti della mia categoria, ritengo che le condizioni contrattuali non siano abbastanza premianti per noi moltiplicatori. Gli oneri economici e lavorativi maggiori spesso non vengono riconosciuti come dovrebbero. Basti pensare ai costi di selezione del riso Crodo, elevati ed imprescindibili. Questo è dimostrato anche dal numero in calo di risicoltori che si impegnano in questa produzione. Ciò avviene in primis poiché il riferimento per il pagamento è la media. A mio avviso dovrebbe essere il massimo registrato nel periodo di riferimento a cui poi aggiungere il premio concordato. Il ritiro avviene in primavera con gli oneri di conservazioni a nostro carico fino a quel momento, senza la possibilità di vendere nei momenti di apice del mercato.
Altro valore indefinito che dovrebbe quantomeno avere un limite minimo di riferimento è il quantitativo ritirato. Il rischio di impresa nello scegliere le varietà, nonostante ci si confronti con le ditte sementiere al momento della semina, viene totalmente affidato a noi produttori. Un quantitativo minimo di ritiro dovrebbe essere garantito contrattualmente per invogliare i risicoltori alla moltiplicazione e condividere le incertezze».
«SEMINARE E SOMMERGERE PRESTO»
«In tema di incognite in questo momento la disponibilità idrica preoccupa tutti noi risicoltori – continua Milano -. Nella mia azienda nel corso della passata stagione non abbiamo avuto deficit produttivi in risaia. A salvarci è stato un provvidenziale temporale nella seconda metà di luglio, in cui sono caduti 60 mm. Questo ha rinvigorito le piante nel momento di massima sofferenza, poiché la maggior carenza si è avuta tra fine giugno e metà agosto.
A livello agronomico ho notato che i risi seminati presto, rispettando comunque il ciclo colturale, hanno resistito meglio allo stress idrico. In particolare con semina interrata ritengo sia importante immettere l’acqua fin dalle fasi iniziali, prima del primo diserbo. Questo permette alla pianta di svilupparsi rapidamente e si ha la camera già umida quando sarà necessario riempirla in momenti di massima richiesta. Per la semina in acqua ritengo sia utile seminare prima del 10-12 maggio per evitare di sovrapporre la richiesta con le altre colture o impostazioni agronomiche. Elemento fondamentale per ridurre gli stress è stato la scelta di non svuotare la camera, gestendo i trattamenti controllando i livelli di sommersione. In piena estate riempire di nuovo i terreni da 0 sarebbe stato impossibile». Autore: Ezio Bosso.
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